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    Parole (sottovoce) di birra

    La Luppo alza il bicchiere vuoto sopra la testa. Ha appena finito una media di Space Frontier ma dietro al bancone, sulla lavagna delle proposte birrarie della casa, è comparsa la scritta “Vendesi”. Bicchiere vuoto e soci che poggiano l’orecchio sulla vetrina in attesa di proposte concrete per rilanciare l’attività.

    Parole sottovoce sussurrate sulla pagina Facebook della Luppo che da più di cinque anni era una sosta quasi obbligata per chi cercava qualcosa di diverso dalla solita chiara media o dal limone incastrato nel collo di una Corona.

    Fuori il silenzio di una fredda mattina con un sottile strato di ghiaccio che si disperderà con i primi raggi di sole della giornata. Anche la Luppo rischia di disperdere quanto di buono spillato in questi anni, in un angolo di città strappato con musica e fatica, con una caffettiera fumante e quei decibel che avevano fatto discutere per qualche pomeriggio i vicini.

    La Luppo alza il bicchiere e lo scuote in attesa che qualcuno passi a riempirlo di nuovo. Magari con una proposta appena sbarcata da qualche birrificio con un nome che profuma di periferia ed ha il sapore della speranza in una serata senza troppi fronzoli ma con i gradi al punto giusto.

    Parole (sottovoce) di birra che chissà se verranno ascoltate da qualcuno là fuori. Dove il bicchiere è vuoto e magari si è già infranto sopra un marciapiede a due passi dalla stazione.

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