Cosa sta succedendo ai carteggi del maestro Giuseppe Verdi conservati nella villa di Sant’Agata Verdi, nel comune di Villanova sull’Arda?
E’ quanto ha, in buona sostanza, chiesto l’onorevole piacentino Tommaso Foti al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo in una interrogazione presentata la scorsa settimana.
Come è noto già lo scorso anno balzò agli onori della cronaca la vicenda di alcuni documenti che dal gennaio 2017 erano stati trasferiti dalla villa, di proprietà degli eredi, all’Archivio di Stato di Parma. La ragione ufficiale della decisione presa dalla Soprintendenza regionale era legata alla necessità di digitalizzare gli incartamenti. Nonostante sia però passato un anno e mezzo le 17 cartelle, relative ad opere del Maestro, non hanno più fatto ritorno a Sant’Agata ed ai loro legittimi proprietari. Questo nonostante le ripetute sollecitazioni della famiglia ma anche di vari esponenti politici piacentini che temono un vero e proprio “scippo” da parte dei cugini parmigiani.
Anche perché, nel frattempo, lo stato italiano ha acquistato altri preziosi carteggi di Verdi evitando che venissero messi all’asta da Sotheby’s a Londra. Lettere per le quali il ministero ha sborsato 358.800 sterline, destinando il tutto … ovviamente a Parma, alla Biblioteca Palatina della Pilotta.
Ma ora la vicenda si fa ancora più intricata. La villa, come ricorda Foti nella sua interrogazione «è soggetta a vincolo del Ministero dei beni culturali che ha sancito l’inscindibilità della predetta “villa” e dei beni in essa contenuti».
Questa “separazione forzata” di fatto sembrerebbe andare contro il vincolo imposto dallo stesso ministero. Della vicenda si era occupata anche l’Assemblea legislativo dell’Emilia-Romagna che aveva all’ex-Ministro Dario Franceschini di far sì che, terminata la digitalizzazione, i documenti tornassero ai legittimi proprietari, a villa Sant’Agata ponendo fine alla “custodia coattiva” temporanea.
Così non è stato: i documenti invece di rientrare a casa sono tutt’ora a Parma ed anzi ora si corre il rischio che tutti i carteggi custoditi nella villa vengano spostatati nella futura Capitale della Cultura 2020.
Come scrive l’onorevole Tommaso Foti «nel corso di un recente sopralluogo (il 7 maggio 2018) effettuato a Villa Verdi, gli ispettori della Soprintendenza archivistica e bibliografica dell’Emilia Romagna hanno stabilito l’inadeguatezza della conservazione dei “Carteggi” verdiani, disponendo, seduta stante, il trasferimento degli stessi».
Una decisione che fa storcere decisamente il naso al parlamentare piacentino secondo cui «la nota della Soprintendenza che evidenzia la possibilità di trasferire la documentazione presso un istituto culturale al fine di agevolare l’opera degli studiosi è opinabile e contraddice il vincolo di inseparabilità tra la “Villa” e i beni mobili in essa custoditi».
Potrebbe addirittura esserci una seconda e peggiore ipotesi, quella dell’espropriazione sulla quale l’on. Fori esprime forti dubbi «nel caso in cui la Soprintendenza, per entrare in possesso dei carteggi verdiani e della corrispondenza Verdi -Ghislanzoni, avesse inteso procedere all’espropriazione del bene, non è chiaro se abbia rispettato i procedimenti e le tempistiche di legge (articoli 95, 98 e 99 del decreto legislativo n. 42 del 2004). Al tempo stesso, essendo i carteggi nelle medesime modalità di conservazione da decenni, risulta quanto mai incomprensibile la decisione di trasferirli in altra sede».
Tra l’altro esistono due convenzioni sottoscritte (nel 2000 e nel 2015) tra la Presidenza del Consiglio dei ministri e la proprietà di Villa Verdi che prevedono l’erogazione di fondi per il restauro dell’immobile ed il miglioramento delle modalità di conservazione dell’archivio, fondi – ad oggi – mai erogati.
Partendo da queste premesse l’onorevole piacentino chiede al nuovo titolare del dicasero, Alberto Bonisoli «se e quali iniziative intenda assumere il Ministro interrogato per verificare il rispetto delle procedure e delle norme vigenti, da parte della Soprintendenza in questione, rispetto ai fatti evidenziati in premessa e se il Ministro interrogato intenda assumere iniziative volte a garantire la piena tutela del diritto di proprietà degli eredi del compositore Giuseppe Verdi, oltre alla tutela del vincolo di inscindibilità tra Villa Verdi e i beni in essa contenuti».