E’ un centro di Piacenza inusuale quello che è risvegliato questa mattina, nel day after, il giorno dopo l’esplosione (anche mediatica) dei primi veri casi di infezione da coronavirus in Italia.
Gli effetti del coronavirus si fanno già sentire in particolare sui commercianti. Lo dimostra il mercato cittadino. Molti i banchi assenti e pochi gli acquirenti. In generale, rispetto ad un sabato qualunque, sono decisamente meno numerosi i piacentini che si sono avventurati in centro, anche se negozi e bar sono regolarmente aperti.
Sono invece tantissime le persone che stanno facendo scorta nei supermercati cittadini, in attesa di capire come si evolve la situazione.
L’ordinanza emanata a metà serata dal sindaco Patrizia Barbieri (e dai suoi colleghi di tutta la provincia) ha decretato lo stop alle manifestazioni pubbliche, a quelle sportive e la chiusura delle scuole (per oggi). Cancellate anche feste in parrocchia e attività in oratorio.
Paure ingiustificate?
La nostra provincia non ha – al momento – registrato casi positivi al Covid-19. Si attendono ora gli esiti dei test eseguiti sull’infermiere piacentino del triage di Codogno che era entrato in contatto con il “paziente 1” e che si era messo in quarantena volontaria a casa propria. Nella notte è stato ricoverato al reparto di malattie infettive dell’ospedale di Piacenza avendo incominciato a manifestare i primi sintomi compatibili con il coronavirus. Sottoposti anche a test anche un neonato, la madre e la nonna tutti entrati in contatto con un dipendente dell’ospedale di Codogno. Non hanno sintomi specifici.
Non è il caso di farsi prendere da inutili isterismi e paure ma certamente è bene adottare tutte le norme igieniche possibili, lavarsi spesso le mani, usare disinfettanti per le mani a base di alcool.
A Piacenza non è prevista la chiusura di cinema, locali da ballo, sale giochi come invece stabiliscono le ordinanze dei dieci vicini comuni lombardi messi in “quarantena”.
Lombarda la seconda vittima italiana
La seconda vittima italiana, una donna di 75 anni, residente in Lombardia potrebbe aver avuto contatti proprio con l’ospedale di Codogno.
Oggi si terrà un’altra riunione in Prefettura per fare il punto della situazione.