Ci sono giornate di “quarantena” che scorrono veloci, quando lo smart-working ci assorbe e riporta nella normalità lavorativa.
Talvolta invece le lancette dell’orologio girano lente, lentissime. La paura che il virus possa toccare le nostre vite e quelle dei nostri cari è motivo di continua pressione psicologica, un tarlo che si insinua nei nostri pensieri e fatica a mollarci.
Gli aperitivi con gli amici via Skype, lo studio dei ragazzi in gruppo, attraverso Meet, le messe in streaming per i credenti, sono diversi modi che la tecnologia ci offre per spezzare la solitudine personale o famigliare, per tornare ad essere parte di una comunità.
Riempiamo il tempo libero leggendo classici da anni prendevano polvere nelle nostre librerie. Saltelliamo da Neflix ad Amazon Prime, da Instagram a Facebook.
Ci immergiamo nella rete alla ricerca compulsiva di notizie riguardanti Covid -19, come se dalla pagina del Pc o dello smartphone potesse arrivare da un momento all’altro l’informazione più attesa, quella della fine di questa pandemia.
Come PiacenzaOnline abbiamo maturato, in questo primo mese di emergenza, l’idea che oltre al lavoro quotidiano di informazione dovessimo e potessimo fare di più. Abbiamo lanciato #Prenditi cura dei più deboli, una raccolta fondi a favore delle case di riposo e dell’hospice di Piacenza.
Mino Manni inaugura “Uniti dalle Parole”
Mino Manni, attore e regista, è stato uno fra i primi a rispondere alla nostra richiesta. Dal principio ci ha confessato che questa situazione del Coronavirus più che ispirargli la voglia di recitare lo induceva alla riflessione ma soprattutto alla voglia di silenzio forse indotto dall’assordante clamore dei fatti.
Ci ha promesso che ci avrebbe pensato e che avrebbe esaudito la nostra richiesta solo se avesse trovato il brano giusto. Per uno come lui, cresciuto artisticamente presso la Bottega teatrale di Vittorio Gassman, la scelta non poteva che ricadere su un testo tratto dal “Un grande avvenire dietro le spalle”, romanzo biografico del “Mattatore” «E un libro molto bello, utile anche per capire il costume e la società di quell’epoca, un’Italia che non bisogna dimenticare. In più con Gassman ho un forte legame, è stato il mio maestro. E’ una storia divertente ed ho pensato fosse adatta a regalarci un sorriso».
Lasciamo dunque il palcoscenico virtuale a Mino Manni a cui tocca la “Prima” di questo nostro “teatro a domicilio”. Si levi il sipario
(Musica Bensound, grafica Nicolò Premoli)