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    Prampolini: “Le mascherine vendute a 0,50 € non stanno né in cielo né in terra”

    Donatella Prampolini, è presidente del Gruppo Realco che conta numerosi supermercati a marchio Sigma, sei dei quali operativi anche in provincia di Piacenza. E’ anche vicepresidente nazionale di Confcommercio,  fa parte del consiglio d’amministrazione del Cnel ed è presidente nazionale della Federazione Italiana Dettaglianti Alimentari solo per citare alcune delle attività associative e manageriali in cui è impegnata.

    Emiliana dal piglio deciso si muove bene non solo fra i banconi dei suoi supermercati ma anche fra i palazzi romani che frequenta proprio per rappresentare gli interessi dei commercianti. Dovrebbe essere quindi usa ed ausa alle logiche dalla politica nazionale ma gli eventi di queste ultime settimane e la gestione dell’emergenza riescono a lasciare stupita anche lei. Il culmine ieri sera quando ha sentito Giuseppe Conte parlare di mascherine chirurgiche. Da alcune settimane, sotto l’hashtag #. ognunofaccialapropriaparte il suo gruppo imprenditoriale aveva lanciato l’iniziativa di vendere ai privati nei punti vendita (ma anche ad imprenditori che ne avessero bisogno) mascherine chirurgiche a 0,75 centesimi ossia a prezzo di costo.  Ieri sera è arrivato l’annuncio di Conte che le mascherine, per decisione unilaterale del commissario Arcuri, saranno in vendita a 0,50 €.

    Che reazione ha avuto davanti alla conferma di una voce che circolava già da un po’ di tempo?

    «C’è da mettersi a piangere. Ogni giorno riescono a superarsi. Noi le vendevamo a 0,75 €, a prezzo di costo (senza includere peraltro nessuna spesa gestionale ndr). Se anche si dovesse togliere l’Iva (che in realtà al momento ancora c’è) andiamo a 0,61, 0,62 centesimi. Sotto quella cifra è impossibile trovare le mascherine se non con quantitativi abnormi. Qual è quel singolo imprenditore che si può permettere di importare 300 mila (o più) mascherine pagandole anticipatamente peraltro?».

    Avevate già importato quantitativi importanti?

    «Ne abbiamo già distribuite, nei nostri punti vendita, oltre 100 mila, al prezzo di costo. Il prezzo di costo però è quello, non si scappa. E’ il meglio che siamo riusciti a strappare non essendo noi importatori diretti ma dovendo fare un passaggio tramite un intermediario. Gli abbiamo “tirato il collo” e siamo riusciti ad uscire con un prezzo che secondo noi era adeguato. Ripeto anche togliendo l’iva è impossibile scender sotto la soglia che sta fra gli 0,65 e gli 0,60. Venderle a 0,50 vuol dire vendere sottocosto. Quindi il Governo ci dica che dobbiamo andare sottocosto ed allora ognuno di noi deciderà se aderire o meno ad una campagna del sottocosto sulle mascherine».

    Si rischia che tutti diciate al Governo … a questo punto pensaci tu a distribuirle …?

    «La cosa gravissima è che ieri il presidente del Consiglio ha detto che nel prezzo di 0,50 € addirittura lasciava un margine di intermediazione commerciale. Significa che non hanno nemmeno idea di quello che stanno dicendo. Quando hanno fatto questo pensiero malsano degli 0,50 € si sono basati sul prezzo che la Protezione Civile paga nel momento in cui sequestra le mascherine importate».

    Il famoso tema delle requisizioni  

    «Da qualche mese a questa parte il problema delle mascherine non è farle arrivare dalla Cina, è sdoganarle. Durante la fase doganale se non hai la documentazione per lo svincolo diretto (quindi se ad importarle non è un’azienda di GDO come la mia, una farmacia o un ente pubblico) le mascherine vengono sequestrate dalla Protezione Civile che poi, arbitrariamente, riconosce un prezzo deciso loro: 0,35 centesimi. Secondo loro sarebbe stato il prezzo pre Covid (quello di dicembre 2019 ndr). Nel decidere il prezzo annunciato ieri si sono basati su quel parametro e dunque devono aver pensano che ci sia tutto lo spazio per retribuire un’eventuale intermediazione (0,15 € a mascherina ndr) per il grossista e per il dettagliante».

    Invece?

    «Lo 0,35€ è un prezzo che semplicemente non esiste. Gruppi come noi, come Coop, come Conad hanno in casa mascherine che (se va bene) sono state pagate non meno di 0,55/0,65 €».

    Quindi ora cosa succede?

    «Che se ci costringono ad andare sottocosto, una volta terminate le scorte che si hanno in casa, nessuna catena comprerà più mascherine. Chi ce lo fa fare?».

    Anche perché se uno vuol fare beneficienza lo fa con le modalità che preferisce.

    «Esattamente. Pensavo  fosse già un aiuto metterle a disposizione delle persone vendendole a prezzo di costo. Se mi costringi a rimetterci … sinceramente, in questo periodo, ho già altri costi oneri da sostenere. Pensate solo che noi dobbiamo fornire mascherine a tutti i nostri operatori, dobbiamo fare le disinfezioni e tutto il resto … chi me lo prescrive il sottocosto? Il medico?».

    Intanto la Protezione Civile sembra continuare ad avere non poche difficoltà nel provvedere autonomamente all’importazione di mascherine …

    «Si figuri. Quando abbiamo firmato il protocollo di sicurezza a metà marzo ci è stato detto “inseriamo l’obbligo delle mascherine perchè tanto la Protezione civile le distribuirà gratuitamente agli esercizi commerciali e alle attività aperte”. Noi dalla Protezione Civile non abbiamo avuto niente. Anzi siamo stati noi a regalarne ai comuni. Questa è la verità. Siamo al ridicolo».

    Cosa succederà ora?

    «Come Confcommercio su questa cosa non taceremo. Al momento c’è l’ordinanza della Protezione Civile che però non è ancora operativa. Chiederemo che venga modificata. O loro ci garantiscono dei canali di approvvigionamento e ci fanno arrivare le mascherine alle cifre che dicono … altrimenti smetteremo di acquistarne ed i consumatori ne avranno più.  Non ci sono altre strade».

    Nell’immediato come avete deciso di muovervi?

    «Questa mattina ho dato indicazione di bloccare la vendita delle mascherine, fintanto che non viene chiarita questa cosa. Il consumatore si aspetta di trovarle a 0,50 € . Primo l’Iva non è ancora stata abolita. Secondo uscirei sottocosto e quindi – a meno che lo Stato mi dica che lo posso fare – rischio anche di essere sanzionata».

    Così evitate brutte figure con i consumatori che hanno sentito l’annuncio del Presidente Conte e si aspettano di trovare già oggi le mascherine a 0,50 centesimi.

    «E’ ora di finirla con questa politica degli annunci fatti prima che i provvedimenti siano ufficialmente pubblicati.  Ieri sera Conte non aveva ancora finito di parlare e già si ricevevano le copie del Dpcm. Non è serietà. Anziché perseguire la politica degli annunci alla domenica sera e della pubblicazione dei provvedimenti in Gazzetta Ufficiale il giorno dopo … prima facciano le cose fatte bene, si confrontino con gli operatori. Gli avremmo spiegato che 0,50 € non sta né in cielo né in terra. Facciano gli annunci quando i decreti sono già pubblicati, non 24 o 48 ore prima. C’è un pressapochismo …

    Percepiamo parecchia delusione per come stanno andando le cose.

    «Noi siamo sempre rimasti aperti. Abbiamo “rischiato la pelle tutti i giorni”. Abbiamo fortunatamente applicato dei protocolli che ci hanno protetto. Fra i nostri operatori i positivi sono pochissimi. Io penso abbia funzionato anche perché abbiamo seguito la politica di vendere le mascherine a prezzo di costo ai clienti. La vera protezione la si ottiene se tutti indossano le mascherine. Con questa uscita degli 0,50 € otterranno l’effetto contrario a quello che pensavano cioè di far avere mascherine a tutti. Invece nessuno le importerà più. Non credano che i prezzi delle aziende italiane siano più bassi. Non si troveranno mai prezzi più bassi delle mascherine prodotte in Cina. Abbiamo vicino alla nostra sede legale un’azienda che si è riconvertita e che ha prodotto mascherine per le farmacie comunali e le cede alle farmacie a 0,90». 

    Torniamo a quanto si diceva prima: da dove salta fuori il prezzo di 0,35 € della Protezione Civile?

    Dicono sia il prezzo pre Covid . Può anche essere che lo fosse. Ma da febbraio in poi a meno di 0,60 € non le importi. Magari se ne acquisti 500 mila forse ci riesci. Ma quanti imprenditori sono disponibili a pagare in contanti 250 mila euro ad un cinese spesso semisconosciuto? Io sinceramente ci penso un attimo. Preferisco comprarne 50, 70 milia per volta. Me ne sono appena arrivate 100 mila ma a questo punto le tengo li ferme finché non è tutto chiaro. Fino ad allora non le vendo più e mi spiace soprattutto per i nostri clienti».

    Aggiornamento

    1) Oggi il commissario straordinario Arcuri ha dichiarato che lo Stato si farà carico della differenza fra il prezzo pagato da farmacie e parafarmacie ed il prezzo di vendita imposto di 0,50 €. Se ad esempio la farmacia avesse pagato 0,90 € a mascherina riceverebbe 0,40 € di “rimborso” dallo stato. Al momento non è previsto lo steso meccanismo per supermercati ed altri negozi.

    2) L’azienda della signora Prampolini ha deciso che nel momento in cui verrà effettivamente abolita l’iva sulle mascherine quelle attualmente a magazzno (circa 100 mila) verranno rimesse in vendita sottocosto a 0,50 € accollandosi la perdita di circa 12 centesimi a mascherina. A queste condizioni l’azienda non acquisterà (e metterà in venda) ulteriori mascherine.

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