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    Riunione del Comitato no al bitume. Intanto la Lega definisce il bitumificio un “mostro ecologico”

    Domani mercoledì 18 Ottobre 2017 alle ore 21, presso la sala parrocchiale della chiesa di San Quintino a Gossolengo si terrà l’Assemblea Pubblica dal “Comitato no al bitume sì al parco del Trebbia” al fine di aggiornare la popolazione circa gli ultimi sviluppi del Ricorso al TAR avverso alla autorizzazione del mega impianto di produzione Conglomerati Bituminosi in località Pontenuovo.
    Oltre all’aggiornamento sul ricorso la serata sarà l’occasione per discutere circa la nuova richiesta di autorizzazione per l’espansione la Mega Cava del Molinazzo Sud, proprio di fronte al Castello di Rivalta, e le osservazioni presentate dal Comitato oltre a illustrare le nuove iniziative in programma a difesa del Parco del Trebbia. Tutta la Cittadinanza è invitata a partecipare.

    Sullo stesso argomento oggi la Lega Nord ha diffuso un comunicato stampa che pubblichiamo qui di seguito.

    Difendere il territorio significa, in primo luogo, diferderne la popolazione e la sua qualità della vita.
    Oggi riteniamo doveroso, da parte di Lega Nord, schierarci con tutte le nostre forze a difesa della Val Trebbia, minacciata nella sua parte terminale, ma con questo non meno degna di essere apprezzata e conservata il più possibile intatta, da uno sciagurato insediamento industriale.
    Il nuovo impianto di produzione del bitume che sta entrando in questi giorni in produzione tra Gossolengo e Rivergaro, pur formalmente conforme a Leggi e regolamenti vigenti (fatta salva la sentenza che deve essere ancora pronunciata dalla Corte Europea), è in realtà un vero e proprio “mostro ecologico”.
    E’ evidente infatti come non solo si stia parlando di una delle tipologie di impianti a più alto tasso di inquinamento atmosferico, ma pure tale da indurre un ulteriore inquinamento da parte della logistica correlata.
    Con l’impianto a regime, infatti, al fiume di autocarri che giornalmente si riversa sulle strade da e per l’adiacente cava, si andrà ad aggiungere il notevole apporto degli altri mezzi che movimenteranno verso l’esterno il prodotto del nuovo stabilimento.
    Quindi, oltre all’inquinamento atmosferico prodotto (i documenti autorizzativi si riferiscono sempre e solo ai livelli di inquinamento dell’impianto, mai a quelli dell’indotto, da considerarsi “danno collaterale” e pertanto trascurabile), la popolazione si troverà a soffrire di un sempre maggiore inquinamento acustico, dell’appesantimento del traffico e di tutte le negatività conseguenti.
    E’ lecito a questo punto chiedersi: in un’ottica economica territoriale, e non meramente aziendale, com’è il bilancio vantaggi/svantaggi per la Comunità?
    Su un piatto della bilancia metteremo i nuovi posti di lavoro creati (che si contano sulle punte delle dita) e le imposte locali pagate dall’Azienda; sull’altro piatto, invece, dovremo porre il danno sociale prodotto dal peggioramento delle condizioni dell’aria con il conseguente peggiorare delle condizioni di salute dei cittadini, a cominciare dai più deboli (bambini e anziani), il danno economico provocato ad una economia della valle basata su agricoltura e turismo, oltre alla ferita incurabile provocata ad una zona del Trebbia che, a parte il ponte di Tuna, sembra aver attraversato i secoli senza snaturarsi, dominata dalla torre del Castello di Rivalta.
    E’ evidente da quale parte penda la bilancia: per questa ragione Lega Nord Media Valtrebbia intende fare proprie tutte le ragioni del territorio e della sua popolazione e dare inizio ad una opposizione dura all’impianto, perché non possono essere le ragioni del profitto aziendale (ma non dovrebbero essere altre le motivazioni dell’esistenza delle Cooperative rosse?) a prevalere sulla vita della Valle e dei suoi abitanti.

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