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    Si inaugura sabato la mostra ““Napoleone a Piacenza”

    Taglio del nastro, sabato 17 marzo, alle 17, per la mostra storico-documentaria  “Napoleone a Piacenza”. Allestita presso la Biblioteca comunale Passerini Landi sarà suddivisa in parte nell’area a piano terra, in parte nel Salone monumentale.

    Inserita nella rassegna “Napoleone Wargame, il prezzo del trionfo”, promossa dall’Amministrazione comunale in collaborazione con diverse associazioni locali, sarà visitabile liberamente sino al 12 maggio, negli orari di apertura della Biblioteca: lunedì dalle 14 alle 19, dal martedì al sabato dalle 9 alle 19. Per informazioni e visite guidate, si può contattare il servizio reference allo 0523-492410.

    La ricerca documentaria-iconografica, con il coordinamento di Graziano Villaggi, è stata curata da Daniela Morsia per l’area espositiva a piano terra, da Massimo Baucia ed Elisabetta Rausa per il salone monumentale. Lungo il percorso, si ricompone il quadro relativo alla presenza napoleonica a Piacenza, dal 1796 al 1814.

    Nell’area espositiva a piano terra sono esposti quindici pannelli didattici che ricostruiscono i principali accadimenti in città dal 1796, data dell’arrivo dell’Armata d’Italia, al 1814. Dopo la prima fugace comparsa in città avvenuta nel 1796, quando ancora era generale comandante dell’Armata francese in Italia, Napoleone Bonaparte tornò a Piacenza in veste ufficiale dal 27 al 29 giugno 1805. Si dà conto di questa visita, che segue di poco l’emanazione di una serie di decreti – dall’entrata in vigore del Codice Napoleonico alla soppressione di conventi alla introduzione della coscrizione obbligatoria – che vanno a toccare una popolazione già costretta a dure condizioni di vita. Alla fine del 1805 scoppiano insorgenze nelle valli piacentine che proseguiranno nei primi mesi del 1806, violentemente represse.

    Anche Piacenza venne progressivamente inserita all’interno di uno Stato fortemente centralizzato e strutturato, secondo il modello francese. Sono così illustrati i riflessi del percorso volto ad instaurare un uniforme ordinamento amministrativo, con un compatto insieme di apparati normativi (codici civile, penale, procedura civile e criminale, di commercio), una definita macchina giudiziaria e un metodico apparato fiscale. L’itinerario prosegue con notizie sull’urbanistica (dall’assegnazione dei numeri civici alle case nel centro storico ai lavori sulla Promenade Publique, sino alla costruzione del nuovo Teatro), nonché sulla toponomastica e sulle nuove intitolazioni. Non manca uno spaccato sulla vita sociale: come ci si vestiva, cosa si leggeva e quali erano i divertimenti in quegli anni così densi di cambiamenti?

    Nel salone monumentale, sono esposte le opere dei cronisti e degli storici piacentini (il Ms. Pallastrelli 124 di Gian Francesco Bugoni, il Ms. Pallastrelli 125 di Antonio Salvi, il “Ristretto di storia patria” di Anton Domenico Rossi, la “Storia di Piacenza” di Francesco Giarelli) e se ne propongono brani paralleli che riguardano l’invasione francese di Piacenza nel 1796, le prime pesantissime imposizioni e requisizioni, la visita di Napoleone nel 1805 e le insorgenze nelle valli piacentine della fine del 1805, sedate violentemente nei primi mesi del 1806 con condanne al carcere e fucilazioni e con l’incendio di Mezzano Scotti. Esposta anche l’opera autobiografica di Pietro Cavagnari (“Alcune particolarità storiche della vita”…, 1837) da cui si ricavano documenti significativi per cogliere l’atteggiamento dei ceti dirigenti nei confronti delle insorgenze, il cui primo quadro complessivo nei territori dell’ex ducato è ricostruito nel volume di Vittorio Paltrinieri “I moti contro Napoleone negli stati di Parma e Piacenza (1805-1806)”, del 1927.

    Da questo volume, come dallo scritto di Vincenzo Pancotti “Un episodio della rivolta piacentina contro il governo francese. Giornate di terrore a Bobbio” sono tratte relazioni (che gli autori reperiscono utilizzando fonti documentarie di prima mano) su diversi episodi di insorgenza improntate ad un punto di vista filofrancese, l’unico documentabile.

    Si offrono alla lettura il “Trattato di Pace tra la Repubblica Francese e sua Altezza Reale l’Infante Duca di Parma, Piacenza e Guastalla” del 4 gennaio 1797 e le lettere con cui Napoleone esorta a reprimere con severità le insorgenze. Trovano ancora posto edizioni di opere inneggianti a Napoleone in occasioni ufficiali e interessanti edizioni del “Panegirico a Napoleone” (edizione bresciana di Pietro Giordani), del “Nuovo galateo” (un esemplare dell’edizione del 1802 con postille autografe), della “Apologia al quadro politico di Milano” (1798), de “I Francesi, i Tedeschi, i Russi in Lombardia. Discorso storico-popolare” (1805, 2 ed.) di Melchiorre Gioia e del “Discorso su i vantaggi che alla istruzione pubblica risultano dal Codice Napoleone” (1808) di Romagnosi. La rassegna è arricchita dall’esposizione di riproduzioni di tavole tratte da “Il Costume antico e moderno di tutti i popoli”… (1815-1816) di Giulio Ferrario, che documentano uniformi e abiti ufficiali dell’esercito francese e delle cariche pubbliche, nonché dai progetti per il Teatro Municipale di Piacenza, inaugurato nel 1804. Si chiude con una selezione delle più recenti opere dedicate al tema dell’insorgenza.

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