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    «Soldi e ideologia all’origine del caso Bibbiano»

    «Un sistema Bibbiano c’era eccome, checché ne dica il Tribunale dei minori di Bologna. Noi non abbiamo strumentalizzato proprio nulla: abbiamo raccontato una storia vera».

    Parla chiaro – come suo solito – il vicedirettore de La Verità Francesco Borgonovo, ospite dell’Associazione dei Liberali Piacentini per affrontare il tema molto delicato dell’affido dei minori, dopo l’inchiesta della Procura di Reggio Emilia (“Angeli e demoni”) che ha portato alla luce casi di clamorosi abusi di potere da parte di chi gestiva l’allontanamento dei figli dalle famiglie naturali.

    L’incontro – moderato dal presidente dell’Associazione di via Cittadella Antonino Coppolino – si è svolto nella sede degli Amici dell’Arte, gentilmente concessa, e ha visto la partecipazione di un numeroso e qualificato pubblico. Presenti anche i consiglieri regionali di Fratelli d’Italia Giancarlo Tagliaferri e Fabio Callori e quello della Lega Matteo Rancan. Ha portato il suo contributo l’assessore ai Servizi sociali del Comune di Piacenza Federica Sgorbati, che nel sottolineare come «i diritti dei minori – costituzionalmente garantiti – spesso lo sono solo sulla carta», ha annunciato che l’Amministrazione ha pronto un regolamento sugli affidi familiari che sarà portato in Consiglio comunale ai primi di novembre.

    Il vicedirettore Borgonovo (che è originario di Reggio Emilia) ha seguito in prima persona l’inchiesta “Angeli e demoni” ed è autore, con il collega Antonio Rossitto, del libro “Bibbiano, i fabbricanti di mostri”.

    Scrive nella prefazione il direttore de La Verità e Panorama Maurizio Belpietro: “Le migliaia di bambini rubati e le migliaia di famiglie distrutte non possono essere dimenticate. Lo scandalo della santa inquisizione che aveva potere di vita e di morte su genitori e figli non può essere archiviato così, come un caso dell’estate, morto e sepolto con l’arrivo dell’autunno e dei primi freddi… Quei volti di bambini ci inseguono e aspettano una risposta. E il libro che avete tra le mani è un primo passo. Abbiamo ricostruito la vicenda di Bibbiano e le molte altre che hanno riguardato minori in tutta Italia. C’è un filo rosso che le lega. Un filo rosso di fabbricanti di mostri”.

    Ed è stata una ricostruzione molto lucida quella fatta dall’illustre ospite dei Liberali Piacentini, il quale ha confermato come il caso non sia circoscritto a Bibbiano, ma riguardi anche il resto del Paese, «complice una legislazione che dà troppa discrezionalità agli assistenti sociali». Nella zona di Bibbiano gli affidi, nel 2015, erano a zero. Dopo un anno sono schizzati a 104. «Quando qualcuno ha cominciato a domandarsi come mai ci fossero tutti questi affidi – ha spiegato il giornalista – gli veniva risposto che lì si lavorava bene, mentre dalle altre parti no. Quindi veniva addirittura considerato un modello da seguire».

    Il vicedirettore de La Verità ha lamentato una carenza (che è un problema generale, non solo locale) di controlli. Solo così si spiega quello che è potuto accadere: relazioni false, disegni dei bambini ritoccati, colloqui condotti senza seguire il protocollo nazionale, facendo sui minori pressioni psicologiche ingiustificate. Due le ragioni individuate da Francesco Borgonovo che stanno alla base di questo scandalo: una legata ai soldi, al business, applicando lo stesso sistema degli immigrati; l’altra che ha radici ideologiche.

    «Quando i bambini venivano tolti alle famiglie – ha raccontato l’oratore – andavano tutti a fare psicoterapia in un Centro gestito da un certo signor Foti per 100 euro a seduta. Poi i minori venivano indirizzati a case famiglie condotte, magari, da persone formate dallo stesso Foti, che per ogni bimbo ottenevano cifre consistenti; stessa cosa succedeva per le famiglie affidatarie. Stiamo parlando di centinaia di migliaia di euro di soldi pubblici. Un bambino poteva venire a costare anche 250 euro al giorno».

    Ma i soldi non sono sufficienti a giustificare questo sistema. C’è di più. «C’è – ha argomentato Borgonovo – una questione ideologica che ha trovato terreno fertile in Emilia Romagna: quella cultura Arcobaleno che dice “no” agli etero e “sì” agli omo e che ha come obiettivo la distruzione della famiglia naturale, considerata superata.

    La vostra Regione ha approvato la legge contro l’omofobia che va in questa direzione; una Regione che spende 100mila euro per il Festival gender. Un’ideologia che si ispira a Engels, in base alla quale il fatto che un bimbo abbia un padre e una madre è assolutamente secondario. E’ lo Stato, secondo il filosofo tedesco, che deve farsi carico dei bambini tutti. Magari proponendo, come è stato fatto in questi giorni, di obbligare i nostri figli a frequentare l’asilo nido. Del resto, meglio “educare” i futuri elettori fin da subito». In tutto questo, resta il fatto che il nostro Stato («quello che spesso non c’è quando serve e poi agisce dove non dovrebbe») non ha controllato («né il garante nazionale dell’infanzia, né quello regionale»). «Cambiamo la legge sugli affidi – ha auspicato Borgonovo, chiarendo che il caso Bibbiano non cancella l’azione di tutti quegli operatori del settore che lavorano con coscienza e serietà -, quella che all’art. 403 consente in certi casi agli assistenti sociali di togliere il bambino a una famiglia senza l’intervento preventivo del giudice».

    Chiudendo i lavori il presidente dei Liberali Piacentini ha annunciato il ricco programma legato al “Giorno della libertà” (il 9 novembre si festeggia la caduta del Muro di Berlino), che prevede una settimana di iniziative con un’anteprima venerdì 25 ottobre (ore 18, sede di via Cittadella 39): Corrado Sforza Fogliani, Carlo Ponzini e Danilo Anelli daranno testimonianza del viaggio compiuto da una delegazione dell’Associazione nei Paesi Baltici e dell’Eurasia, dove sono stati visitati i campi di prigionia sovietica.

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