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Vendite in calo dell’1,2% per il commercio piacentino

E’ segnato da un calo dell’1,2%, rispetto allo stesso periodo del 2023, il bilancio delle vendite del commercio piacentino nel primo trimestre 2024.

Un avvio d’anno, dunque, in salita, con esiti a maggior ragione deludenti se si considera che, a livello regionale, si è registrata una leggerissima tendenza (+0,1%) all’aumento.

I dati forniti dall’ufficio Studi e Statistica della Camera di commercio dell’Emilia, sulla base dei risultati dell’indagine congiunturale del sistema camerale sulle aziende commerciali locali, indicano che il 36% delle imprese intervistate ha registrato un calo delle vendite (il dato regionale si ferma al 27%), il 40% parla di sviluppo (meno, quindi, del 43% regionale) e, infine, il 24% conferma stabilità (31% regionale).

In calo di 57 unità è apparso anche il numero delle imprese del commercio, passate dalle 5.580 presenti alla fine del primo trimestre 2023 alle asttuali 5.523 (-1,0%).

La consistenza delle giacenze di magazzino a fine trimestre registra un valore adeguato e stabile per l’83% delle imprese campione d’indagine (86% regionale), in aumento per il 14% (13% il dato regionale) e in diminuzione per il 3% (1% il dato regionale).

Relativamente alle previsioni di andamento delle vendite nel secondo trimestre 2024, il 42% delle imprese si attende stabilità (58% il dato regionale), il 29% un aumento (26% regionale) e il 29% ipotizza un calo (16% regionale).

Le previsioni di ordinativi a fornitori da parte delle imprese del settore commercio al dettaglio, sempre per il secondo trimestre dell’anno, sono, ovviamente, abbastanza in linea con quelle relative alle vendite: il 46% di imprese intervistate parla di stabilità (61% regionale), il 26% di un aumento (20% regionale) e il 27% teme un calo (19% regionale).

Con uno sguardo un po’ più in avanti, l’orientamento delle imprese piacentine circa l’evoluzione della propria attività nei dodici mesi successivi è per il 48% verso una certa stabilità (57% il dato regionale), il 50% delle imprese interessate dall’indagine ha espresso un giudizio di potenziale sviluppo (37% regionale), l’1% rallentamento (5% regionale) e, infine, l’ 1% prevede il ritiro dal mercato (dato coincidente con quello regionale).

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