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112 persone assistite grazie al progetto “Casa tra le case”. 35 sono minorenni

Centododici persone assistite, di cui trentacinque minori, e quarantotto progetti di accoglienza realizzati, oltre la metà dei quali già conclusi con esito positivo. Sono i numeri dei primi due anni di attività del progetto Casa tra le case, avviato nel giugno 2016 dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano e dalla Caritas Diocesana di Piacenza-Bobbio, e presentato questa mattina in una conferenza stampa.

Casa tra le case è nato dalla volontà di sostenere le famiglie in situazione di disagio abitativo.

Il progetto è pensato per nuclei privi di abitazione adeguata, che abbiano necessità di un sostegno abitativo transitorio in vista di una abitazione su libero mercato o in alloggio ERP.

Si rivolge a famiglie, anche sotto sfratto, con o senza minori e con ridotta capacità reddituale; e singoli in situazione di momentanea difficoltà occupati in settori con orari non compatibili con le normali strutture di accoglienza. Il progetto offre percorsi di educazione e di reinserimento sociale attraverso un proposta  ondivisa e responsabilizzante, al fine di accompagnare le persone verso una autonomia abitativa e di vita.

Fino ad ora sono stati ospitati 32 nuclei familiari e 16 singoli.

Attualmente ne usufruiscono 20 nuclei: 13 famiglie e 7 singoli; sono in valutazione altre 5 domande di ingresso.

Delle 48 ospitalità realizzate, 7 interventi hanno riguardato donne sole con figli e 10 progetti hanno accolto nuclei con persone con disabilità.

Il 50% delle ospitalità realizzate ha riguardato nuclei di persone con cittadinanza italiana, mentre la restante metà ha coinvolto nuclei stranieri.

Sono 25 gli appartamenti a disposizione dell’utenza, di cui due in provincia e i restanti nel comune capoluogo, a cui dovrebbero aggiungersi in futuro altre unità. Sono stati reperiti a prezzi calmierati tramite una rete territoriale che coinvolge, insieme a Fondazione e Caritas, Comune di Piacenza, AUSL, enti ecclesiali, associazioni di volontariato e privati.

Delle attuali 25 strutture, 22 sono riservate all’ospitalità di famiglie, mentre 3 sono riservate a singoli.

Mediamente, il periodo di occupazione dell’alloggio è di 12 mesi, comprensivo di alcuni brevi progetti di 1-3 mesi e di un paio di ospitalità rinnovate fino a 18 mesi.

«L’obiettivo di questo progetto, così come di altre iniziative come l’Emporio Solidale – ha sottolineato alla conferenza stampa di presentazione Massimo Toscani, presidente della Fondazione di Piacenza e Vigevano – non è fare assistenzialismo fine a se stesso, ma fornire alle persone in difficoltà un affiancamento che li aiuti ad uscire dalla situazione di crisi».

Il direttore della Caritas Diocesana, Giuseppe Chiodaroli, ha sottolineato come Casa tra le case abbia come tema centrale l’accompagnamento educativo e come le persone che hanno beneficiato di questo progetto in seguito siano entrate a loro volta, in maniera e con modalità differenti, a fare parte di un circolo virtuoso di solidarietà.

«Questo era un progetto sperimentale, il cui esito era tutto da verificare – ha sottolineato Franco Egalini, presidente della Commissione Welfare della Fondazione e membro del CdA – e possiamo dire che ha funzionato. Tra l’altro con un budget contenuto, a dimostrazione che i progetti se sono mirati possono dare ottimi risultati senza grandi cifre».

Alla presentazione di questa mattina erano presenti anche i responsabili Caritas di Casa tra le case, tra cui il coordinatore Francesco Argirò; le persone aiutate hanno spesso subito uno sfratto in seguito a problemi di dipendenza, di salute o familiari. Vengono affiancate dai volontari che li aiutano ad affrontare la causa dei problemi, nell’ottica di un pieno recupero della loro qualità di vita.

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