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Tre studenti della Cattolica inventano la trappola “smart” per la cimice asiatica

Una trappola smart da collocare nei frutteti spia per combattere la cimice asiatica. È questa l’idea che si è aggiudicata il secondo posto dell’hackathon di Sartec, sviluppata da un team composto anche da tre studenti della Cattolica e che potrebbe dare vita a una start-up per servizi in agricoltura.

Scienza e tecnologia al servizio dell’agricoltura per aumentare la competitività delle aziende: questo l’obiettivo di Hackathon, la maratona digitale organizzata da Sartec – società che si occupa di consulenza e soluzioni per il miglioramento delle performance industriali e di salvaguardia ambientale- dedicata all’agricoltura smart, per lanciare sistemi innovativi di agricoltura di precisione.

All’hackasartec hanno partecipato in 100, suddivisi in 14 team, tra dipendenti Sartec, ingegneri di Techedge e ricercatori delle Università.

La facoltà di Scienze agrarie alimentari e ambientali della Cattolica non poteva mancare a questa 24 ore delle idee innovative.

Cinque studenti della laurea magistrale in Scienze e tecnologie agrarie si sono messi in gioco e tre di loro, in team con due ingegneri ed un tecnico di Sartec, si sono aggiudicati la medaglia d’argento con il progetto Bad Bugs Hunters.

«Il progetto che abbiamo elaborato riguarda la lotta contro Halyomorpha Halys, la cimice asiatica, un insetto che negli ultimi anni sta causando gravi danni in ambito agricolo e non solo. L’obiettivo era risolvere l’emergenza Halyomorpha Halys con un servizio che permettesse agli agricoltori un intervento immediato” raccontano Federico Regonati, Francesca Grisafi e Davide Roncali. “Abbiamo proposto un progetto che prevede una rete di “smart bug traps” georeferenziate disposte sul territorio e stazioni meteo; le trappole inviano i dati al software DSS che, dopo averli acquisiti ed elaborati, li traduce in informazioni che, in tempo reale, tramite una app, sono inviate agli agricoltori. Le informazioni fornite riguardano la presenza di insetti, la criticità dell’attacco e la geolocalizzazione dei punti critici sul territorio».

Un sistema di supporto alle decisioni dell’agricoltore, che potrà sapere in tempo reale dove si stanno diffondendo le cimici e intervenire con tempestività e precisione. “Il punto di forza del nostro progetto è sicuramente la concretezza del problema reale da cui parte e la soluzione innovativa per risolverlo”, proseguono i ragazzi.

Come avete vissuto questa esperienza?

«È  stata molto stimolante. Il lavoro in team con gli ingegneri è stato sorprendentemente educativo, ci ha permesso di apprendere maggiori nozioni su bilanci e costi dell’idea e sul funzionamento della sensoristica».

Dopo questa partecipazione vedete con uno sguardo diverso la possibilità di tradurre la vostra formazione nello sviluppo di una vostra attività imprenditoriale?

«Si, dopo questa partecipazione abbiamo capito che in agricoltura serve combinare innovazione con idee vincenti, che abbiano un’utilità importante e concreta. E se in futuro ci sarà un’occasione saremo pronti a coglierla al volo».

Cosa pensate di aver imparato?

«È stato arricchente fondere i due mondi dell’agricoltura e della ingegneria. I membri ‘senior’ del nostro gruppo hanno ascoltato le nostre idee e hanno contribuito a realizzarle tecnicamente. Noi, in cambio, abbiamo saputo mostrare abilità e conoscenza innovativa nel nostro settore. Questo scambio di informazioni ha arricchito tutto il team».

Il lavoro di squadra paga, dunque. Lo conferma anche il prof. Matteo Gatti, che insieme al prof. Stefano Poni ha accompagnato in questa esperienza i ragazzi contribuendo all’hackathon con approfondimenti sul tema dell’agricoltura di precisione destinati a tutti i partecipanti, che sottolinea come i problemi dell’agricoltura moderna vadano “affrontati in maniera trasversale: combinando l’esperienza e l’innovazione si possono trovare soluzioni capaci di garantire un futuro positivo a questo comparto. Peraltro, iniziative come hackasarte2018 costituiscono un importante stimolo verso lo sviluppo di nuove idee e il consolidamento di un network di soggetti altamente multidisciplinare”.

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