Tardo pomeriggio. La fame bussa alle porte del vostro stomaco.
Pensate ad un bel piatto di pisarei, magari accompagnati da un sorso di gutturnio in una trattoria della provincia. Di quelle care ma non carissime dove sai che “starai bene” ed uscirai con la pancia piena.
Pensate poi che è meglio tirare la cinghia. Del resto in mente avete grandi progetti ancora dispersi nella nebbia. Dai contorni non meglio precisati ma che sapete essere concreti. Del resto l’avete promesso a voi stessi e a chi ha scelto di condividere le vostre stesse idee.
Virate allora verso il kebabbaro del centro. Lo prendete “senza scipolla” giusto per mettere da parte anche quei cinquanta centesimi. Mangiate e pretendete che in quel foglio di carta stagnola ci sia lo stesso fascino di un piatto fumante di tortelli con la coda.
Anche l’assessore Federica Sgorbati ha rinunciato alla trattoria. Una trattoria che si chiamava e si chiama Belleville dove nei piatti finivano iniziative votate alla multiculturalità e all’integrazione. «Manterremo una tendenza al risparmio sulle risorse destinate al centro, pur tutelando l’attività»: dei circa sessantamila Euro devoluti alla Cooperativa L’Arco ne resterà una quota parte ancora non meglio precisata.
C’era e c’è Belleville, ci sarà Moitiéville: una “ville” a metà (o magari a tre quarti) che dovrà imparare ad arrangiarsi e pretendere che si potranno mantenere le stesse attività con i fondi tagliati.
Chissà, magari, su quel kebab, ci sarà spazio anche per la cipolla.