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Presidio contro l’apertura di Casa Pound, 250 manifestanti in difesa dell’antifascismo

Si e’ da poco concluso il presidio di opposizione all’apertura della sede cittadina di Casa Pound, organizzato questo pomeriggio in Cantone della Camicia. Circa 250 i manifestanti – secondo gli organizzatori – fra cui una folta componente operaia riunita sotto la sigla del sindacato Usb, ma anche Cgil, Anpi, militanti di Liberi e Uguali e di Potere al Popolo. Limitata invece la presenza di membri del Pd, impegnati nella contestuale visita a Piacenza del ministro Orlando.

Per Stefania Sartori, di Potere al Popolo, “siamo qui perché e’ inaccettabile il sostegno che il fascismo fornisce al blocco finanziario. Come negli anni Venti le destre sono sostenute da finanziamenti per frapporsi alle lotte operaie in difesa dei diritti del lavoro. Inaccettabile l’apertura di una sede di un partito apertamente fascista in una città medaglia d’oro per la Resistenza.”

Giudizio ribadito anche dal già assessore del Pd Giovanni Castagnetti, che alla domanda sulle possibili responsabilità della sinistra istituzionale nell’emergere di movimenti di estrema destra, risponde: “Il fascismo e’ antidemocratico e contro la legge. Non penso ci sia responsabilità istituzionale, ma piuttosto individuale. Quando si abbassa l’attenzione, può succedere qualunque cosa. Ci si dimentica chi ha portato le leggi razziali e sostenuto il massacro degli ebrei. Nel momento in cui qualcuno nega la differenza tra destra e sinistra movimenti come questi prendono piede”.

Critico nei confronti del centrosinistra, il candidato alla Camera per Leu Francesco Cacciatore: “Quando la sinistra smette di far il suo mestiere, nelle debolezze della società civile si aprono spazi di rabbia e rancore e chi si infiltra se ne avvantaggia. Loro hanno approfittato di una debolezza della sinistra a causa della quale molta gente non si sente più rappresentata. La crisi economica ha fatto il resto. Chi continua a raccontare la favola di un paese che funziona e che non corrisponde alla verità, non fa che aiutare il loro gioco”.

Eppure, nella cornice teorica della destra radicale non mancano riferimenti proprio ai classici del pensiero socialista, come testimonia una recente intervista al sindacalista di Ugl Pino De Rosa che, interpellato sulla questione dei richiedenti asilo in arrivo ad Albone di Podenzano lo scorso 22 luglio, ricorse alla teoria marxiana sull’esercito di riserva.

Sul punto, Cacciatore così replica: “La sinistra deve fare la sinistra, non può diventare portavoce di politiche liberiste che generano precariato e decrescita economica. Su questo terreno la destra e’ più abituata ad agire e ne approfitta. Servono politiche in controtendenza con quanto avvenuto in questi ultimi anni di governo”.

Insiste sulla questione lavorativa Roberto Montanari, dell’Esecutivo confederale Usb, che commenta così: “La sinistra istituzionale non ha alcuna responsabilità perché non esiste. La sinistra ha abbandonato il terreno della difesa degli ultimi proponendo invece le ricette della trojcka e della grande Europa. In Italia abbiamo fortunatamente una sinistra sociale che si impegna a difendere i diritti dei lavoratori e rappresentano un argine all’egoismo sociale.La presenza di un esercito di riserva di riserva non e’ causata da movimenti migratori che ci sono sempre stati, in entrata come in uscita, ma da questo capitalismo, che ne e’ la vera causa”.

Elderah Faisal – altro referente di Usb, egiziano, e’ dipendente di un’industria chimica a Piacenza. “Sul lavoro siamo considerati come classe zeta – spiega – facciamo i lavori peggiori e non c’è rispetto per noi immigrati. Non si parla mai di malattia ne’ di infortuni, chiamare un’ambulanza e’ proibito e si rischia di perdere il lavoro. Siamo obbligati ad accettare questa situazione per sopravvivere. Ma non e’ una vita dignitosa. La lotta che noi facciamo – aggiunge- riguarda diritti e contratto nazionale. Ma è molto raro che gli italiani partecipino alle nostre stesse lotte, spesso per rassegnazione”.

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