Fino a qualche tempo fa – e ancora oggi – andava così: arrivavi nelle vie del centro per trovare gran parte delle serrande abbassate, tante porte chiuse con quel piccolo cartello laconico a recitare una frase:
giorno di chiusura: giovedì pomeriggio
Ogni velleità di acquisto veniva allora meno ma ci si poteva godere una passeggiata e scovare magari qualche negozietto che aveva deciso di chiudere in una giornata diversa.
Esattamente l’opposto di quelle serate d’estate in cui il centro di Piacenza si trasformava e si accendeva: negozi aperti, stand gastronomici e band musicali pronti ad occupare questa o quell’altra piazza. Bastava un mojito per dimenticare della morsa del caldo che stringeva le strade della città. Venerdì piacentini: c’è chi non aspettava altro per scendere in centro, chi alla prima avvisaglia prendeva la via di Rivergaro.
Venerdì piacentini: quando ci si dimenticava di alzare la cornetta e chiamare la Municipale per sequestrare qualche decibel di troppo nei momenti più concitati. O la si alzava apposta, quasi per dispetto.
Con la primavera che ancora non bussa alla porta ed il vento tagliente – proprio come il bilancio approvato dal Comune – di questi giorni anche i venerdì piacentini potrebbero subire una sferzata: taglio dei fondi con soli diecimila € alla voce “spese per attività di valorizzazione del commercio”. Nulla da fare: anche l’appuntamento di cinque venerdì sera parrebbe essere destinato a subire un brusco ridimensionamento.
Ma non senza alternative. Perché se le serrande potrebbero restare abbassate il venerdì sera lo saranno senz’altro il giovedì. Giovedì piacentini: come ritrovarsi tutti, giovani ed anziani, a passeggiare amabilmente per le vie del centro ricordando i tempi in cui si saltava al Barino per il lungo dopo tre Black Russian. Negozi chiusi, musica in cuffia e bianchino al Bar Lux. Che tanto non chiude mai, nemmeno il giovedì pomeriggio.