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Piacenza … nella morsa dell’ozono

L’estate è arrivata, ma la brutta notizia è che con essa si ripresenta anche il problema dell’inquinamento da ozono troposferico. Meno noto dell’inquinamento invernale da polveri sottili, rappresenta tuttavia un inquinante altrettanto pericoloso, che colpisce principalmente nei periodi di maggior intensità solare e di calore, facendo sfumare la speranza di una tregua per i nostri polmoni.

Se l’Ozono stratosferico svolge un’importantissima funzione protettiva per la salute umana e dell’ambiente in cui viviamo, fornendo uno schermo in grado di filtrare le radiazioni ultraviolette (UV) potenzialmente cancerogene, alte concentrazioni di questo gas nella troposfera (ovvero a livello del suolo), risultano dannose per la salute dell’uomo oltre che per gli equilibri degli ecosistemi: l’esposizione a questo inquinante, anche a basse concentrazioni, causa infatti problemi ai tessuti dell’apparato respiratorio, provocando irritazione agli occhi e alla gola, tosse e riduzione della funzionalità polmonare,soprattutto nei bambini e negli anziani.

In Emilia-Romagna sono già 7 le stazioni di monitoraggio dell’Ozono che hanno superato il limite normativo annuale dei 25 giorni di supermanto consentiti. La situazione peggiore nei capoluoghi emiliani: le centraline di Reggio Emilia, Modena e Piacenza hanno già abbondantemente superato i 30 gg di sforamento del limite di 120µg/m3 come media sulle 8 ore. Oltre i limiti anche Parma, Ferrara e Ravenna.

Di seguito la tabella riepilogativa (aggiornata al 17 luglio) delle centraline che hanno superato i limiti annuali consentiti per l’Ozono:

Tabella sforamento ozono

Per mantenere alta l’attenzione su questo problema, è ripartito per il secondo anno il monitoraggio diffuso dell’inquinamento da Ozono promosso da Legambiente grazie al progetto “Captor”: un progetto di citizen science, che vuole rafforzare le azioni dei cittadini per rendere possibile il diritto all’aria pulita.

In Emilia Romagna sono tre le centraline di monitoraggio installate presso altrettante abitazioni di volontari del progetto nella provincia di Piacenza, nei Comuni di Gossolengo, Cortemaggiore e Catell’Arquato. I dati raccolti da queste centraline sono pubblici e visibili online al link https://captorair.org/map/, assieme alle informazioni di tutte le altre centraline installate in Spagna ed Austria, oltre che nelle altre regioni del nord Italia.

La centralina di Gossolengo, purtroppo, è fra quelle che fanno segnare i dati peggiori in Italia mentre quella di di Cortemaggiore va leggermente meglio pur restando nell’area critica.

«Per contenere il problema dell’inquinamento dell’aria anche in estate – conclude Legambiente  – è fondamentale non abbassare la guardia sulle limitazioni al traffico veicolare, sulle emissioni industriali e soprattutto sugli stili di vita: ridurre i consumi dovuti alla climatizzazione degli ambienti sia domestici che commerciali, facendo rispettare le norme contenute nel Piano Aria regionale che prevedono l’obbligo di chiusura delle porte dei negozi per evitare inutili dispersioni termiche, deve essere una priorità durante tutto l’anno e non solo nei mesi invernali».

 

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