Sabato sera, presso la parrocchia di Santa Franca, la convivialità ha incontrato la solidarietà alla cena di Africa Mission-Cooperazione e Sviluppo. Il salone della parrocchia, allestito con numerosi batik, tipiche opere d’arte africane, ha infatti ospitato il consueto evento che l’associazione piacentina organizza ormai da 7 anni per sostenere i numerosi progetti portati avanti in Karamoja, regione semi-arida e poverissima dell’Uganda. Il gruppo di Piacenza, coadiuvato da quello di Procida, addetto alla cucina e da quello di Varese, che ha portato la novità della sfilata con abiti ricavati da stoffe africane, ha ospitato più di 250 persone interessate a conoscere l’operato della Ong.
«Don Vittorio, il nostro fondatore, ha aperto questa strada di solidarietà e per questo non possiamo fare finta di niente -ha dichiarato don Maurizio Noberini, presidente del Movimento- lui agiva portando la Parola di Dio, insieme al pane e alle risorse materiali, perché il Vangelo non si porta soltanto con le “chiacchiere”».
Anche il sindaco di Piacenza, Patrizia Barbieri, è intervenuta durante la cena «Sono onorata di essere stata invitata, sia ieri a visitare la sede che stasera alla cena . Africa Mission è una bella realtà di cooperazione, che attraverso i progetti di formazione per ragazzi e ragazze dà la possibilità a queste persone di rimanere nel proprio territorio. Stasera è presente anche la consigliera Giulia Piroli, quindi si può dire che il Movimento è nel cuore della giunta comunale.»
Dopo la visione di alcuni video, tra cui il servizio della giornalista Annapaola Ricci, ha preso la parola Carlo Ruspantini, direttore di Africa Mission «In tutti i progetti mettiamo al centro la formazione: la società in Karamoja sta cambiando rapidamente e noi non possiamo lasciare i karimojong da soli in questo momento di transizione. Come ci ha insegnato Vittorione non possiamo intervenire solo nei momenti di emergenza, ma dobbiamo camminare con questo popolo. La presenza di diversi giovani e la sinergia che esiste tra i gruppi sparsi in tutta Italia, dal Trentino alla Sicilia, dimostra che, dopo 25 anni dalla sua morte, don Vittorio è ancora capace di smuovere le coscienze».
A concludere la serata la sfilata di vestiti creati dalla sarta varesina Emanuela Campi, che ha riscosso notevole successo tra i presenti grazie alla creatività con la quale i capi sono stati confezionati e all’originalità nel mescolare stile occidentale con stoffe ugandesi .