Tutto esaurito questa mattina al Teatro Filodrammatici per “Un rap contro il bullismo” incontro nell’ambito del progetto “Bullismo web side story” promosso da Prefettura di Piacenza e Comune di Piacenza, con Teatro Gioco Vita, Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca – Ufficio Scolastico Regionale per l’Emilia-Romagna e Azienda Unità Sanitaria Locale di Piacenza.
Davanti a tanti ragazzi di terza media e delle prime classi delle superiori si è esibito Michael Bernardoni, in arte MEiD: il giovane rapper, autore del video “A testa bassa”.
MEiD, diciannove anni, è originario di Formigara, in provincia di Cremona. E’ diventato famoso con “A testa bassa”, un video musicale rap lanciato su YouTube, realizzato su un testo scritto da lui stesso, che racconta la violenza e l’isolamento che si può provare in una qualsiasi scuola, in un qualsiasi momento di una qualsiasi infanzia, di una qualsiasi adolescenza.
Il video “A testa bassa” è stato girato nella scuola media di San Bassano dove lo stesso Michael ha studiato, e protagonisti del video sono proprio dei ragazzi delle medie. Siamo in piccoli paesi, dove si pensa che, conoscendosi tutti, ci sia una comunità solidale e a un ragazzo o a una ragazza non possa accadere come in una grande città dove forse è più facile essere isolati e quindi presi di mira da qualcuno.
Invece l’esperienza di MEiD ci racconta un’altra verità: ovunque puoi rischiare di finire vittima di bullismo, e se finisci rifiutato dal tuo gruppo rischi di essere isolato da tutto!
Proprio della sua esperienza Michael ha parlato questa mattina agli studenti piacentini, aprendo con loro un interessante dialogo e raccogliendo anche testimonianze di bullismo subito.
«L’incontro di oggi è andato benissimo – ci ha raccontato Michael Bernardoni – sono davvero contento che abbiano partecipato così in tanti e così tanto. Abbiamo parlato di tutto quello che riguarda il bullismo, di chi secondo loro era la figura della vittima e quella del bullo e cosa avrebbero fatto loro nei panni della vittima o di come si sarebbero comportati se fossero stati amici di una vittima e di come lo avrebbero difeso. Abbiamo anche cercato di capire quali possono essere le cause che portano un ragazzo a diventare un bullo».
Qualcuno ha anche portato testimonianze dirette di bullismo subìto?
«Si ed è stata una cosa che mi ha colpito molto perché non è facile parlarne e molto raramente capita. Oggi invece tanti ragazzi hanno trovato il coraggio di parlarne. Una cosa che mi ha fatto molto contento e di cui sono loro grato. Mi sento onorato di essere stato in un certo modo scelto per ascoltare le loro testimonianze che sono sempre difficili da raccontare».
Questi incontri sono diventati per te una occupazione?
«In realtà studio, compongo musica. Però credo nel progetto ed ogni volta che mi viene offerta la possibilità di parlare con i ragazzi accetto. E’ una grande occasione ed un onore essere lì davanti a loro e vedere che sono disposti ad ascoltarmi ed io ad ascoltare loro. I
Dal bullismo si esce? Soprattutto quando si è vittima ?
«Si! Penso che dal bullismo si possa uscire. Assolutamente!».