La Malacalza Investimenti, principale azionista di Banca Carige, ha studiato le contromosse dopo il commissariamento deciso dalla Bce. Ne avevamo parlato a luglio, quando l’imprenditore piacentino (nato a Bobbio) Vittorio Malacalza aveva comunicato di volersi dimettere dal consigliere di amministrazione dell’istituto di credito genovese, in polemica con l’amministratore delegato Paolo Fiorentino e seguendo l’uguale decisione presa in precedenza dal presidente Giuseppe Tesauro.
Nel frattempo anche la Banca di Piacenza era intervenuta nel salvataggio dell’Istituto, tramite il Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi.
La famiglia Malacalza, dopo un’attenta analisi ha ammesso di essere favorevole ad un aumento di capitale “in presenza di un piano industriale”. L’azionista di riferimento di Carige (col 27,5%) rende noto poi al Sole 24 Ore «di avere espressamente manifestato anche successivamente alla data dell’assemblea – nell’ambito di interlocuzioni con i vertici della banca e in sedi istituzionali – la propria posizione favorevole alla approvazione della ricapitalizzazione a fronte di una naturale disponibilità del Cda a fornire a tutti gli azionisti i necessari elementi conoscitivi e valutativi – il riferimento è, tra l’altro, al piano industriale – utili per potersi consapevolmente esprimere, e potere assumere decisioni anche in ordine alla sottoscrizione». Malacalza ricorda inoltre gli sforzi profusi per il sostentamento della Banca, che ammontano a 400 milioni di investimento.