Eccola lettera giunta in redazione rivolta al presidente del Consiglio a nome del segretario generale Pensionati Cisl (Fnp) Emilia Romagna, Loris Cavalletti.
Presidente del Consiglio Giuseppe Conte,
Lei ha detto che il suo è il Governo del cambiamento, ma sulle pensioni avete fatto come i politici precedenti. Le vostre e le loro azioni rimangono sempre quelle: quando bisogna trovare soldi si mettono le MANI IN TASCA AI PENSIONATI!
“PRIMA GLI ITALIANI”, Lei e i suoi due vice ripetete spesso e stavolta l’avete fatto davvero. Avete preso dai pensionati italiani i soldi. E’ la cosa più facile: ci sono subito. Si possono prendere dall’evasione fiscale, contributiva, dal mancato recupero dell’IVA. Si può chiederlo a chi in questi anni si è arricchito con mega stipendi e le operazioni di borsa. Oppure tagliando gli sprechi. Invece, niente viene fatto in questo senso, solo ai pensionati si chiede di contribuire, dicendo anzi a chi si lamenta che sono avari, trattandosi di pochi soldi. Presidente Conte non è cosi.
Lei chiede soldi a pensionati che percepiscono assegni superiori a tre volte il minimo: a partire cioè da 1522 euro lordi al mese, corrispondenti a 1200 euro netti al mese e dopo avere lavorato una vita. A persone che da anni non vedono aumenti tali da garantire la difesa del potere d’acquisto.
Sono anni che i pensionati protestano e chiedono sia finalmente riconosciuto ai trattamenti pensionistici un meccanismo di rivalutazione rispondente ai loro reali bisogni, così da non ridurre sempre più il loro potere di acquisto.
Per questi obiettivi i pensionati sono scesi in piazza a Roma nel 2016 e con l’ultimo governo Gentiloni avevano realizzato l’obiettivo di dare la rivalutazione a tutti.
Le scelte del Suo Governo, Presidente, aumentano il rancore e la sfiducia nei pensionati. Si sente poco parlare di lotta alla corruzione, alle varie mafie e di contrasto ai loro traffici.
Cresce la rabbia perché al contrario si assiste a nuovi provvedimenti di “PACE TOMBALE”, saldi e stralci, in faccia ai pensionati che pagano insieme ai lavoratori il 90% delle tasse, oltre a pagare DUE VOLTE LE TASSE, prima sui salari e poi sulle pensioni. I pensionati italiani sono i più tartassati in EUROPA.
Ancora, la copertura finanziaria per ‘quota 100’ sulle pensioni e ‘reddito di cittadinanza’ il governo la mette a debito, ossia la scarica su chi già paga le tasse. Inoltre, attribuire il reddito di cittadinanza sulla base dei parametri Isee esibiti, quando questi sono oltre il 30% non veritieri, significa, ancora una volta, dare soldi a chi non ne ha bisogno.
Pertanto, la protesta dei pensionati chiede anche una vera riforma fiscale che, salvaguardando la progressività abbassi le tasse a chi le paga e recuperi le risorse dalla lotta alle mafie ed ai loro tesoretti scandalosi. Perseguire efficacemente i disonesti, è quanto deve fare un ‘governo del cambiamento’.
Con la mobilitazione il 9 febbraio a Roma i pensionati ribadiranno con forza la richiesta di una legge sulla non autosufficienza: una piaga inaccettabile che colpisce anziani, giovani e famiglie.
I pensionati non sono gli avari di Moliere, signor Presidente, ma lavoratori che ieri come oggi lottano per avere: una società più giusta, un lavoro dignitoso nel salario come nei diritti, una sanità universale che garantisca assistenza adeguata, servizi universalistici degni dell’Europa.
Presidente Conte i pensionati sono responsabili e rifiutano la violenza come arma di lotta, ma questo non deve essere visto come rassegnazione e debolezza. I pensionati saranno in piazza nei prossimi giorni per avere risposte adeguate, partendo dalla separazione della previdenza dall’assistenza, come sancito da una legge dello stato nel 2016.