Nuova puntata della rubrica l’Azienda del mese nata dalla collaborazione editoriale fra QuotidianoPiacenzaOnline e Confcommercio Piacenza. Come sempre il nostro giornale cerca di farvi conoscere più da vicino realtà storiche o di particolare interesse fra quelle iscritte all’associazione di strada Bobbiese
Ci sono legami così forti che alla fine prevalgono su tutto il resto. Così è stato per Sabina Ferri che dopo anni di lavoro nel campo del commercio, fra Milano, Pavia, Venezia, Parma, ha deciso di tornare bella sua Pianello Val Tidone, vicino alla famiglia ed agli amici.
«Un ritorno alle origini – lo descrive Sabina – dopo aver lavorato con crescenti responsabilità per vari gruppi e piccole e grandi catene. Esperienze che mi hanno fatto crescere molto, come quando lavoravo per un importante gruppo svedese e mi confrontavo con colleghi provenienti un po’ da tutto il mondo. Appena potevo però tornavo a casa, a Pianello per stare vicino ai miei genitori ed uscire con i miei amici. Ho sempre amato molto il mio paese e così sotto sotto avevo il desiderio di tornare a viverci. Anzi forse avrei dovuto farlo prima!».
Il primo maggio del 2024 Sabina ha dato concretezza a questo suo desiderio ed ha inaugurato il suo negozio “Lasabi” che si trova in piazza degli Apini a Pianello, appena superato il ponte.
«Alla mia veneranda età, compiuti i 53 anni, ho deciso che era il momento per dare vita al mio progetto, di mettermi a lavorare per me stessa. Ho aperto questo negozietto che è un po’ come il salotto di casa mia posizionato sulla piazza del paese, intimo ed accogliente».
Perché parla di progetto?
«Perché dietro a tutto, oltre alla mia pluriennale esperienza nel settore dell’abbigliamento, c’è un lavoro di attenta ricerca e selezione. Gli articoli che vendo sono prettamente made in Italy ed anzi direi per la stragrande maggioranza prodotti da aziende emiliane. Quindi c’è anche un aspetto di territorialità, di filiera corta. L’idea è proprio quella di lavorare con aziende vicine che hanno fatto dell’alta qualità la loro cifra stilistica oltre che essere ovviamente attente a tutto ciò che è moda, cambiamento».
Il contrario del fast fashion insomma …
«Direi proprio di si! A partire dai tessuti. Io tratto abbigliamento prodotto con fibre naturali come il lino, il cotone, la seta, la viscosa d’estate estate tessuti e lane, cachemire, cotone pesante d’inverno. E’ uno degli elementi cardine della “filosofia” che ho scelto di sposare e che vede la sostenibilità al centro. Questo vale tanto per i materiali quanto per i processi produttivi. Ho puntato su aziende che sono in larga parte locali, artigianali e condotte da donne. Ad esempio c’è una ragazza del posto che produce borse accessori e borse intrecciando pellami provenienti da scarti di lavorazione. Un’altra di Milano invece realizza sempre borse con tessuti riciclati. Due esempi di ricerca, sostenibilità e riciclo».
Il suo è un negozio di abbigliamento esclusivamente femminile. Quale è il suo target?
«Tendenzialmente donne fra i 30 ed i 70 anni, anche se oggi è molto più difficile incasellare, classificare. Ho anche clienti più giovani a cui magari piace un jeans, una maglietta, un top. Allo stesso tempo ho avuto anche qualche cliente uomo che ha comprato magari un pantalone, nato come capo femminile ma assolutamente indossabile».
La sua clientela è locale o proviene anche da altre zone?
«Devo dire che gli abitanti del posto mi hanno dato una grande mano e fiducia nel primo anno, sostenendomi. In questo secondo anno la clientela si sta ampliando a persone che provengono da tutta la provincia e non solo. Nel periodo estivo Pianello ha tanti villeggianti, proprietari di seconde case che vengono da Piacenza come da Milano e da altre città vicine e così la clientela si amplia. Inoltre sto facendo parecchio lavoro sui social, per farmi conoscere. Ci vuole tempo ma alla fine le soddisfazioni arrivano».
Quindi è contenta della scelta?
«L’inizio è stato promettente e posso dire di essere contenta. Chiaramente mi farebbe piacere se ingranasse ancora di più così da poter crescere ulteriormente».
Il sito online che apporto vi dà?
«Rientra anche lui nella parte per così dire social. Mi serve come vetrina. Chi magari vede una foto su Instagram approfondisce su web, cercando prezzi, informazioni e taglie. Arrivano anche ordini ma per ora mia clientela preferisce venire, toccare e provare di persona».