Sarebbe una straniera di 38 anni la donna che lo scorso 19 giugno avrebbe abbandonato in un cestino del bagno del pronto soccorso il feto di circa trenta settimane poi ritrovato morto da una addetta alle pulizie, insospettita da alcune tracce di sangue. Il fatto era avvenuto il a pochi metri dal triage, proprio di fianco agli ambulatori di urologia e otorino del pronto soccorso.
Un episodio da cui sono emerse alcune indubbie criticità sotto il profilo della sicurezza e della copertura video dello stesso pronto soccorso, raggiungibile anche attraverso percorsi alternativi, senza dover necessariamente transitare davanti alla guardia di sicurezza e agli infermieri collocati all’accoglienza.
Il meticoloso lavoro dei carabinieri, coordinati dalla procura, ha però però permesso di risalire alla donna, indagata per infanticidio e che sarà ora ascoltata, nella giornata di mercoledì, dal sostituto procuratore Daniela Di Girolamo, titolare dell’inchiesta. Ad assistere la trentottenne il legale d’ufficio Matteo Mami.
Tanti gli elementi e gli aspetti ancora da capire, in particolare se la donna abbia goduto di un qualche appoggio all’interno del nosocomio o se il parto sia avvenuto in totale autonomia.