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La “tirata d’orecchi” del Sindaco al comandante della Municipale accende lo scontro politico

E’ una vicenda quantomeno curiosa quella emersa durante l’ultimo consiglio comunale di Piacenza.

Il consigliere Massimo Trespidi ha infatti sollevato il caso dei mancati controlli per verificare il rispetto dell’ordinanza sindacale 441 del 27 settembre 2018. L’ordinanza recependo la normativa regionale PAIR2020 contro l’inquinamento vieta, nella nostra città, l’installazione e l’utilizzo di stufe a pellet e camini con efficienza energetica inferiore all’75%, prevedendo sanzioni da € 25 a 500€.

Ad occuparsi dei controlli avrebbe dovuto essere (in teoria) la Polizia Municipale ma il comandante della stessa, in una intervista di fine gennaio, aveva candidamente ammesso di non avere né uomini né mezzi per compiere queste verifiche (al pari di quella che impone di non superare i 20° di temperatura negli ambienti pubblici e nelle case private) e che i controlli anti-inquinamento si limitavano pertanto alle auto.

Dichiarazione che non era ovviamente passata inosservata ai piani alti del Municipio come ha ribadito in aula consigliare lo stesso sindaco:

«Non mi è sfuggita la dichiarazione rilasciata ai giornali dal comandante della Polizia Municipale, a cui è stata fatta una contestazione da parte mia e del Direttore generale. Lo abbiamo convocato perché non esiste che un Sindaco faccia un’ordinanza ed il comandante della polizia dica che non si ottempera alla stessa. Trovo inaccettabile che si dica “il Sindaco può emettere le ordinanze ma noi come Municipale non andiamo ad eseguirle”».

Ogni sindaco della regione ma in generale d’Italia ha emanato simili ordinanze ma non si ha notizie di multe comminate. In qualche città sono stati sanzionati alcuni negozi che avevano il riscaldamento oltre i limiti consentiti, ma verificare un negozio è però molto più semplice (a patto di avere gli appositi strumenti omologati). Non c’è infatti il tema del domicilio privato che rende praticamente impossibile l’accesso in una abitazione salvo che il proprietario faccia entrare gli agenti di sua volontà.

Il sindaco Barbieri, che di mestiere fa l’avvocato, questo lo sa benissimo ma non ha evidentemente gradito le dichiarazioni del comandante della Municipale che le devono esser parse quasi un atto di insubordinazione.

Restano da capire gli strascichi che tutto ciò comporterà e non è detto che il comandante Giorgio Benvenuti, sentendosi nei fatti sfiduciato, non scelga (appena ne avrà l’opportunità) di lasciare Piacenza. E’ arrivato solo nove mesi fa, ma del resto pure i suoi predecessori sono durati poco : 6 mesi (Piero Vergante) ed un anno (Stefano Poma). Una poltrona scomoda evidentemente.

Intanto, intorno alla vicenda si sta scatenando una bagarre politica.

Il Pd si schiera con il Comandante

Il capogruppo del PD Stefano Cugini ha preso posizione a favore del comandante attraverso un post su Facebook «La mia #solidarietà al comandante e al corpo di polizia municipale di #Piacenza. Questa storia del finto pugno di ferro del Sindaco, della #tolleranzazero tutta in capo ad altri, cui dare la colpa di insuccessi annunciati, é pura #propaganda».

Lo stesso ha fatto la sua compagna di partito e consigliera comunale Giorgia Buscarini, attraverso un altro post:

«La polizia Municipale deve, secondo il Sindaco, controllare le caldaie. La giunta addossa agli agenti un compito non attuabile solo per pura propaganda. Il tutto in modo consapevole. Nel contempo, però, lascia l’intero corpo di Polizia Municipale in una sede inadatta e consente l’utilizzo di un’autorimessa che, a quanto pare, è priva dei crismi necessari.
Noi una soluzione per il commando l’avevamo trovata, ma la giunta del faremo, ancora una volta, ha ribaltato le carte senza proporre soluzioni. E intanto gli agenti continuano a vivere e lavorare in condizioni inadeguate e inopportune. Però, c’è da dire, che gli hanno comprato due biciclette (non è ancora chiaro se dotate o meno di sirene). Solidarietà a tutto il corpo di Polizia Municipale e al loro Comandante».

La replica di Domeneghetti

A stretto giro è arrivata la replica del consigliere di maggioranza Nicola Domeneghetti, affidata ad un comunicato:

«Da una vicenda chiara e circoscritta, e che attiene al comportamento di una singola persona, il consigliere Cugini – e, con lui, la sua compagna di partito Buscarini – non perde occasione per cavalcare l’onda della polemica per mera propaganda politica. Peccato che nel fare questo, tralasci due non trascurabili aspetti, che interessano due sfere sulle quali gli stessi esponenti del PD si professano a parole sempre molto sensibili: il rispetto dei ruoli e le tematiche ambientali.

E’ fuori di dubbio che la vicenda del cosiddetto richiamo al comandante della Polizia Municipale non riguarda il controllo delle singole caldaie né altre bislacche teorie che promanano dai due piddini, ma principalmente il fatto che un’ordinanza del Sindaco è stata pubblicamente contestata da chi la deve fare rispettare. Esprimere solidarietà a ciò, come fanno Cugini e Buscarini, significa incoraggiare comportamenti difformi dalle direttive del Sindaco: direi non un grande insegnamento da parte di un amministratore pubblico.

In secondo luogo, spiace constatare come proprio coloro che si professano così attenti al tema ambientale siano poi i primi a contestare il merito di un’ordinanza che mira a contenere l’inquinamento atmosferico e che, scherzo del destino, promana direttamente da un piano regionale redatto proprio da assessori del Partito Democratico. Comprendo che chi è in minoranza cerchi qualsiasi pretesto per attaccare l’amministrazione, ma in questo caso mi pare che i consiglieri del PD abbiano preso un doppio granchio, per non dire di peggio».

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