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Allevamento alpaca, Tarasconi (Pd): riconoscerlo quale animale da reddito

L’allevamento dell’alpaca, animale andino dalla lana pregiata che rappresenta una fonte di reddito sempre più significativa per un numero crescente di aziende, è al centro di una risoluzione presentata in Regione da alcuni consiglieri del Pd, prima firmataria Katia Tarasconi, che ne chiedono l’inserimento fra gli animali da reddito, sia a livello regionale che nazionale, in moda da rendere possibile per gli allevatori l’accesso ai contributi del Programma di sviluppo rurale (Psr).

La scelta di allevare l’alpaca – spiega Katia Tarasconi – viene effettuata prevalentemente in montagna da imprese condotte da giovani agricoltori, contribuendo a rivitalizzare l’economia di territori marginali. L’allevamento dell’alpaca – evidenzia la consigliera – si sta affermando anche in Emilia-Romagna, in particolare nell’Appennino piacentino, tanto che l’anno scorso il premio Oscar Green è stato assegnato da Coldiretti ER a una giovane imprenditrice di Marano di Ziano che, con la lana d’alpaca, ha avviato una filiera innovativa e di qualità.

Il mancato riconoscimento dell’alpaca come animale da reddito, in Italia così come in Emilia-Romagna, – sottolinea l’esponente dem – crea problemi agli allevatori, tanto che le associazioni del settore si stanno adoperando per istituire un registro ufficiale con analisi DNA per gli esemplari presenti nel territorio italiano allo scopo di ottenere il riconoscimento ufficiale dal ministero delle Politiche agricole e accedere ai fondi del Psr per il controllo e il miglioramento della razza nonché di addivenire a una normativa sanitaria univoca per tutte le regioni.

Di qui l’iniziativa di Katia Tarasconi e degli altri consiglieri del Pd, che impegnano la Giunta “a inserire l’alpaca nelle tabelle degli allevamenti regionali, consentendo agli allevatori l’accesso ai contributi del Psr, e a sensibilizzare il governo sulla necessità di un rapido riconoscimento di questa razza quale animale da reddito”.

Oltre a Katia Tarasconi hanno sottoscritto la risoluzione Gian Luigi Molinari, Marcella Zappaterra, Luciana Serri, Enrico Campedelli, Alessandro Cardinali, Barbara Lori, Antonio Mumolo, Stefano Caliandro, Mirco Bagnari, Manuela Rontini e Giuseppe Boschini.

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