Andrea Chiozza, Amministratore Unico di ASP Città di Piacenza, interviene per fare chiarezza sul tema della presenza di un medico geriatra nelle Case Residenza per Anziani, oggetto di recente dibattito pubblico. Di seguito il comunicato integrale.
Andrea Chiozza
Amministratore Unico ASP Città di Piacenza
“Negli ultimi giorni sono emerse, da più parti, osservazioni e valutazioni relative alla presenza – ritenuta da alcuni obbligatoria – di un medico specializzato in geriatria nelle CRA (Case Residenza per Anziani).
In qualità di Amministratore Unico di ASP Città di Piacenza, ritengo opportuno riportare il dibattito su un piano documentato e razionale, così da offrire alla cittadinanza un’informazione completa e trasparente.
La normativa vigente in Emilia-Romagna non prevede alcun obbligo di presenza di un geriatra all’interno delle CRA. A conferma di ciò, anche altre Regioni – con orientamenti politici differenti – adottano un approccio analogo: ad esempio, in Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Marche la presenza di un geriatra non è imposta per legge, ma viene piuttosto raccomandata, al pari di altre specializzazioni mediche quali medicina generale, medicina interna e igiene e sanità pubblica.
Questa impostazione condivisa dimostra che la questione è affrontata in modo non ideologico, ma tenendo conto della natura delle strutture in questione: le CRA sono strutture residenziali a bassa intensità di cura, con finalità assistenziali e sociosanitarie, analoghe per certi aspetti agli ospedali di comunità. Proprio per questo, la normativa regionale prevede che gli ospiti siano seguiti, sul piano clinico, dal medico di medicina generale di riferimento, cioè quello scelto precedentemente o appartenente alla zona in cui ha sede la struttura.
È importante sottolineare che, qualora si presentino necessità specifiche o condizioni cliniche più complesse, i medici di base possono tempestivamente attivare consulenze specialistiche, compresa quella geriatrica.
Per quanto riguarda la situazione di ASP Città di Piacenza, al Vittorio Emanuele operano stabilmente tre medici, con le seguenti specializzazioni:
Medicina generale,Igiene e medicina preventiva – sanità pubblica, Chirurgia generale, otorinolaringoiatria, patologie cervico-facciali, urologia.
Queste specializzazioni sono perfettamente coerenti con le raccomandazioni regionali, non solo dell’Emilia-Romagna, ma anche delle Regioni già citate, che indicano come preferenziali – in assenza di un obbligo di specializzazione in geriatria – profili con competenze in medicina generale, medicina interna o sanità pubblica.
I nostri medici lavorano complessivamente per 78 ore settimanali, con contratto esclusivo presso la nostra struttura e inserimento stabile nell’organico aziendale. Si tratta di professionisti con esperienza pluriennale documentata, che svolgono il loro lavoro con impegno e professionalità, assicurando un presidio medico costante e di qualità.
Abbiamo in organico i professionisti che servono in concreto, non abbiamo carenze di organico. E, quando occorre, si attivano consulenze specialistiche.
Desidero precisare con assoluta chiarezza che non si tratta di una questione economica. La scelta di non prevedere un geriatra in organico non deriva da vincoli di spesa. Non faccio e non farei mai economie sulla salute e sull’assistenza ai nostri anziani. Come Amministratore Unico, considero prioritaria ogni spesa necessaria per garantire cura, dignità e benessere ai nostri ospiti. La mia porta è sempre aperta: chiunque desideri conoscere nel dettaglio il bilancio e i costi sostenuti per i servizi, può contare sulla mia disponibilità piena e trasparente.
Comprendo e rispetto profondamente l’interesse e le preoccupazioni di familiari, cittadini ed eletti nelle istituzioni locali e regionali. Il benessere delle persone accolte è e resta il nostro obiettivo fondamentale. Allo stesso tempo, ritengo essenziale che ogni valutazione sia formulata con rispetto nei confronti del personale e con piena consapevolezza della complessità del contesto operativo.
Sono, come sempre, disponibile al confronto, purché costruttivo e fondato su dati, evidenze e ascolto reciproco. Le osservazioni che ci giungono sono per noi uno strumento prezioso per migliorare. Al tempo stesso, desidero rinnovare pubblicamente la mia stima e gratitudine a tutte le persone che lavorano con dedizione, spesso in condizioni difficili, al servizio dei più fragili. Conosco il loro impegno quotidiano, vedo la cura con cui operano: sono orgoglioso di lavorare con loro.”