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Il ministro Foti: “Piena solidarietà a Sara Soresi”

"Definire provocazione il fatto che un consigliere comunale contesti l’illegittima esposizione di una bandiera è semplicemente vergognoso"

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Il ministro piacentino, on. Tommaso Foti interviene a proposito dell’aggressione verbale di cui è stata vittima la consigliera comunale e capogruppo di Fratelli d’Italia, Sara Soresi, fatta bersaglio di pesanti parole durante la manifestazione pro Palestina.

“Esprimo piena solidarietà al consigliere Comunale Sara Soresi, il cui innegabile diritto a poter contestare all’amministrazione comunale un’affissione abusiva che – se effettuata da un comune cittadino sarebbe stata immediatamente sanzionata – non e’ conculcabile da alcuni.

E’ preoccupante registrate la connivenza di fatto da parte di persone che ricoprono incarichi pubblici con un urlatore seriale quale Carlo Pallavicini è, che ha aizzato la piazza contro Sara Soresi  quando e’ chiaro a tutti che i cori e le grida che dalla stessa si sono elevate, sono sintomatici della violenza che anima sparute frange di manifestanti.

Definire provocazione il fatto che un consigliere comunale contesti l’illegittima esposizione di una bandiera è semplicemente vergognoso, e tale rimarrebbe anche se si volesse ritenere la stessa legittima, poiché il diritto di critica politica non può essere limitato da alcuno, tanto meno se detto diritto investe un’istituzione pubblica. Parimenti la consigliera Soresi ha il diritto di liberamente circolare, indipendentemente dal fatto che siano in corso o meno manifestazioni di qualsiasi genere.

E così è e dev’essere per tutti in uno Stato in cui la libertà personale è garantita e tutelata.

Sorprendono dunque pelose affermazioni volte a mettere sullo stesso piano chi l’ha accusata di essere consenziente alla morte di bambini con il suo pacato atteggiamento che nulla aveva ed ha di violento e tanto meno di opinabile.

A tacere del fatto che ancora una volta viene meno quel principio di solidarietà femminile, all’evidenza sbandierato come la stella polare della sinistra, che per contro si ferma immediatamente ai limiti dell’orticello elettorale.  Un po’ come appropriarsi della bandiera palestinese e del dramma di un popolo nella vana speranza di raccattare un po’ di voti.” 

 

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