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Inaugurato a Fiorenzuola il MAE Museum, primo museo europeo dedicato alla fibra di carbonio

Firmato CRA e Italo Rota il nuovo hub culturale e scientifico racconta la storia della fibra acrilica e la sua trasformazione in fibra di carbonio

Oggi a Fiorenzuola d’Arda è stato inaugurato il MAE Museum, il primo museo in Europa dedicato alla fibra di carbonio e alla storia tecnologica che l’ha resa uno dei materiali più avanzati del nostro tempo. Il progetto architettonico porta la firma di CRA – Carlo Ratti Associati e di Italo Rota, mentre la nascita del museo è stata fortemente voluta da MAE SpA, azienda leader a livello globale nella realizzazione di impianti per la produzione di fibre chimiche speciali, guidata da Marco e Paola Rovellini. L’obiettivo è creare un nuovo polo culturale, scientifico e formativo al servizio del territorio e del Paese, capace di mettere in dialogo industria, innovazione, memoria e design.

Il museo valorizza un patrimonio unico: gli archivi tecnici di Montefibre, SNIA ed ENI, da cui si ripercorre la storia della fibra acrilica, del suo precursore e della sua evoluzione in fibra di carbonio. Una collezione rara, oggi restituita alla comunità attraverso un percorso immersivo che unisce documentazione storica, sperimentazione e nuove applicazioni. Il MAE Museum intende essere un luogo di incontro tra ricerca e divulgazione: sono già in programma iniziative rivolte ad aziende, scuole, università e istituzioni, in collaborazione con partner pubblici e privati. Attraverso l’acquisizione degli archivi tecnici nazionali, MAE SpA ha salvaguardato e riunito un patrimonio tecnologico senza eguali al mondo, contribuendo a conservarlo e a trasferirlo alle nuove generazioni.

All’inaugurazione hanno partecipato rappresentanti istituzionali, in presenza e in collegamento, tra cui il Ministro del Turismo, Daniela Santanché, il Presidente della Commissione Cultura della Camera dei Deputati, Federico Mollicone, e per il Ministero delle Imprese e del Made in Italy l’Avv. Amedeo Teti. Ad accogliere gli ospiti il sindaco di Fiorenzuola d’Arda, Romeo Gandolfi, e il presidente di Confindustria Piacenza, Nicola Parenti. «Il MAE Museum – ha dichiarato in un videomessaggio il Ministro Santanché – rappresenta un’innovazione nel panorama turistico e culturale, ed è una vera e propria bandiera per raccontare le eccellenze italiane: dall’importanza dell’industria, alla visione curiosa e pioneristica degli imprenditori, alla qualità della nostra ricerca scientifica e tecnologica, al design per il quale siamo conosciuti in tutto il mondo. Questo museo si innesta nel contesto di una regione come l’Emilia-Romagna, unica in termini di tessuto socioculturale, economico e turistico – e contribuisce a valorizzarne il capitale umano e le elevate competenze».

La giornata si è aperta con un dialogo pubblico che ha visto protagonisti l’ingegner Marco Rovellini, l’architetto Andrea Cassi per CRA – Carlo Ratti Associati (affiancato da Carlo Ratti in videocollegamento), Paola Rovellini, direttrice del museo, Flavio Manzoni, Chief Design Officer di Ferrari – autore di una speciale SpeedForm in fibra di carbonio esposta nel percorso – e Antonio Calabrò, presidente di Museimpresa. Sono intervenuti inoltre Tommaso Ghidini (ESA), Presidente Onorario del museo, e Andrea Resca per la Regione Emilia-Romagna. Tra gli ospiti internazionali presenti anche il campione Greg LeMond, la cui bicicletta in fibra di carbonio con cui vinse il Tour de France del 1986 è oggi esposta nel museo.

«MAE – ha affermato il presidente Marco Rovelliniè un’industria italiana che ha ereditato per passione una tecnologica italiana, quella della fibra acrilica, e ha cercato di valorizzarla. Tutta la nostra esperienza, tutta la storia che hanno scritto a partire dagli anni ‘60 centinaia di ricercatori, è raccolta nel nostro nuovo museo. Insieme al Galileo, centro di progettazione e sperimentazione per lo studio della fibra di carbonio, il MAE Museum rispecchia la nostra visione di futuro: due poli della nostra storia, che uniscono la valorizzazione dell’esperienza e della conoscenza con la spinta verso l’innovazione e i nuovi scenari della tecnologia».

«Attraverso quest’opera che nasce dall’intento di valorizzare il nostro archivio e il nostro patrimonio di idee e produzioni che hanno accompagnato le trasformazioni della società, puntiamo a creare una maggior consapevolezza sul ruolo cruciale che le realtà industriali italiane giocano nel supportare la crescita del Paese, anche da un punto di vista culturale e sociale. Questa giornata inaugurale non rappresenta per noi meramente un traguardo… piuttosto, è un punto di partenza» ha commentato Paola Rovellini.

Gli ospiti hanno visitato il MAE Museum accompagnati dai Rovellini. Il percorso si apre con un archivio luminoso che raccoglie documenti storici, per poi proseguire in un corridoio che racconta il processo di trasformazione della fibra acrilica in fibra di carbonio. La seconda parte del museo è immersiva, avvolta nel nero e dedicata alle applicazioni contemporanee di questo materiale, con prototipi e artefatti interattivi provenienti dai settori automobilistico e aerospaziale.

Le dichiarazioni degli ospiti hanno raccontato la portata culturale e industriale del progetto:

Carlo Ratti, cofondatore CRA: «Dalle biciclette ad alte prestazioni fino alla Lamborghini Aventador, la fibra di carbonio sta guidando l’innovazione in molteplici settori. Il museo MAE celebra un materiale emblematico della modernità, concentrandosi sulla sua nuova frontiera circolare e immaginando nuove applicazioni per il suo utilizzo. Siamo lieti di collaborare con MAE, un’azienda la cui storia e competenza hanno aperto la strada alla transizione dall’uso originario della fibra acrilica nell’abbigliamento all’attuale impiego della fibra di carbonio in settori diversi come l’aerospaziale e l’automobilistico».

Italo Rota la cui direzione creativa ha affiancato CRA: «La grande collezione assemblata da MAE negli ultimi decenni rappresenta, per il settore che gravita intorno alla storia dell’acrilico e della fibra di carbonio, una raccolta di livello internazionale, con documenti molto rari e preziosi. La passione per la ricerca e l’innovazione, che ha prodotto il grande successo di MAE, si rispecchia anche nella cura con cui sono state raccolte tutte le testimonianze, dagli anni ‘50 ad oggi. Anche le storie delle persone che hanno contribuito a crearla costituiscono una narrazione identitaria – non soltanto riguardo a MAE, ma anche per l’intero territorio. Il Museo non rappresenta quindi un semplice luogo espositivo, ma la scelta di MAE di collettivizzare la propria storia, l’esperienza del passato e la proiezione verso il futuro. In tal senso il Museo diventa un hub di ritrovo e stimolo di ricerca anche per altre realtà, come altre aziende, associazioni, università – in un contesto in cui i musei stanno cambiando velocemente: sono chiamati a riflettere sul loro ruolo nella società, a lanciare nuove sfide, tracciare nuove strade. Brani di città e realtà che diventano scenari in cui le persone si ritrovano sempre più».

Federico Mollicone, Presidente Commissione Cultura Camera: «Da oggi in poi, in questo museo, estetica, ricerca e passione per l’eccellenza si incontrano. Grazie al carbonio, lo sport, la medicina e la meccanica competono per qualità e bellezza. Grazie al carbonio, l’Italia riesce a produrre oggetti estremamente tecnologici e innovativi. La valorizzazione del Made in Italy nel mondo è un asse fondamentale dell’azione del Governo. Questa iniziativa è un omaggio alla capacità italiana di coniugare tradizione e innovazione, qualità artigianale e ricerca scientifica. Il mio augurio è che il MAE Museum possa essere fonte di ispirazione per le future generazioni e punto di riferimento per chi crede nel valore della cultura d’impresa come motore di sviluppo e bellezza».

Avv. Amedeo Teti (MIMIT): «Nei Musei d’impresa si custodisce il patrimonio di aziende che hanno saputo utilizzare l’innovazione come strategia per restare leader. Affrontare sfide e trasformazioni è infatti nel DNA del Made in Italy e la storia della leadership industriale italiana merita di essere tramandata raccontando storie di eccellenza, ingegno e creatività come quella odierna. Questo evento è un’occasione per riflettere su come i Musei d’impresa possano continuare ad essere testimoni vivi della storia e della cultura imprenditoriale italiana ed il loro successo sta proprio nella sapienza di saperli accostare alle più moderne tecnologie, percependo così quel sano orgoglio che fa sperare in un futuro sempre migliore per lo sviluppo dei nostri territori».

Antonio Calabrò, Presidente Museimpresa: «Musei e archivi storici delle imprese sono strumenti essenziali per dare spazio alla consapevolezza del peso delle radici e allo sguardo al futuro. Sono cioè veri e propri asset di produttività e di competitività per fare crescere le nostre imprese sui mercati internazionali. Parlano di intraprendenza, innovazione, lavoro, tecnologie, comunità. E di valori etici, culturali e sociali, preziosi per costruire valore economico».

Romeo Gandolfi, Sindaco di Fiorenzuola d’Arda: «Con il MAE Museum si aggiunge un nuovo capitolo alla storia della nostra comunità, fatta di capacità, passione, competenza, innovazione, lavoro. È un omaggio alla nostra terra e alla sua vocazione. Da cittadino prima e da sindaco poi, sono grato a chi ha voluto creare, qui, un museo pronto a dialogare con il mondo».

Nicola Parenti, Presidente Confindustria Piacenza: «Il MAE Museum è un’eccellenza che racconta la trasformazione della fibra acrilica in fibra di carbonio, simbolo di innovazione e cultura industriale. Complimenti a Marco e Paola Rovellini per questa visione e a Carlo Ratti per un progetto che resterà nel tempo, a testimonianza del ruolo del territorio piacentino nelle filiere strategiche nazionali ed europee».

Tommaso Ghidini, Presidente Onorario MAE Museum: «Sono onorato di essere Presidente di questo museo, non soltanto per il mio legame con la famiglia Rovellini e con questo territorio, ma poiché credo molto nella fibra di carbonio e – da scienziato – penso che questo museo sia un tassello fondamentale per costruire il futuro, partendo dalla nostra storia».

Andrea Resca, Regione Emilia-Romagna: «Da tempo, attraverso il suo ecosistema innovazione, la Regione Emilia-Romagna cerca di promuovere l’innovazione nei materiali, focalizzandosi specialmente su quelli che sono più significativi nel contesto regionale. Questo museo è un indicatore significativo della cultura del materiale, fondamentale per rendere conosciuta la fibra di carbonio presso un pubblico più ampio».

Flavio Manzoni, chief Design Officer Ferrari: «Per il MAE Museum, ho realizzato un’opera interamente realizzata in fibra di carbonio, il cui concept coglie appieno lo spirito del concetto di ‘forme della velocità’ che ha ispirato Boccioni e i futuristi, all’inizio del XX secolo. L’oggetto, che io amo definire Speedform, o Metaform, rappresenta un oggetto plastico che si slancia nello spazio, con un effetto di sospensione, dall’aspetto estremamente avveniristico: quasi come se fosse un oggetto piovuto dallo spazio, un vettore alieno».

Durante la giornata inaugurale gli ospiti hanno visitato anche il centro di progettazione e sperimentazione GALILEO, che ospita il primo impianto pilota in Italia per la produzione di fibra di carbonio, frutto della collaborazione con Leonardo SpA e CNR, con il supporto di Invitalia e altre realtà nazionali nel campo dei materiali compositi.

L’inaugurazione del MAE Museum segna l’avvio di un nuovo hub culturale, scientifico e formativo destinato a diventare un punto di riferimento nazionale e internazionale per la ricerca e la valorizzazione della fibra di carbonio e della storia della tecnologia italiana.

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