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Al Municipale arrivano “Sei personaggi in cerca d’autore”

Siamo alle ultime battute della Stagione di Prosa “Tre per Te” 2018/2019 del Teatro Municipale di Piacenza proposta da Teatro Gioco Vita, direzione artistica di Diego Maj, con la Fondazione Teatri, il Comune e il sostegno di Fondazione di Piacenza e Vigevano e Iren.

Chiude la sezione Prosa “Sei personaggi in cerca d’autore” con la regia di Luca De Fusco, interpretato da un cast di attori di livello tra cui spicca un maestro del calibro di Eros Pagni, uno spettacolo coprodotto da Teatro Stabile di Napoli – Teatro Nazionale, Teatro Nazionale di Genova. Appuntamento mercoledì 17 e giovedì 18 aprile alle ore 21, e ancora una volta si annuncia al Municipale il tutto esaurito.

“Sei personaggi in cerca d’autore” è il dramma più famoso di Luigi Pirandello rappresentato per la prima volta nel 1921. Luca De Fusco lo mette in scena seguendo il suo percorso di contaminazione, iniziato nel 2010 con “Vestire gli ignudi”, tra teatro e cinema. L’opera è la massima riflessione sulla natura stessa del teatro nella drammaturgia del Novecento e questi sei personaggi che si offrono alla rappresentazione sembrano provenire dal mondo del cinema e chiedere di far sfociare il cinema nel teatro. All’inizio i sei personaggi, invece di provenire dalla sala come sempre, escono dallo schermo come i protagonisti di Broadway Danny rose di Woody Allen. Essi infatti provengono dal cinema. Non è un caso che tutte le obiezioni del capocomico alla irraprensentabilità della storia dei sei personaggi, cadono di colpo se si pensa la loro storia in termini filmici.

Accanto a Eros Pagni (la sua ultima volta al Teatro Municipale è stato nel marzo 2010 con “L’impresario delle Smirne” di Goldoni, sempre diretto da De Fusco), vedremo Federica Granata, Gaia Aprea, Gianluca Musiu, Silvia Biancalana, Anita Bartolucci, Paolo Serra, Maria Basile Scarpetta, Giacinto Palmarini, Alessandra Pacifico Griffini, Sara Guardascione, Paolo Cresta, Enzo Turrin, Alessandro Balletta. Scene e costumi sono di Marta Crisolini Malatesta, le luci di Gigi Saccomandi, le musiche di Ran Bagno, i video di Alessandro Papa, i movimenti coreografici di Alessandra Panzavolta.

«“Sei personaggi in cerca d’autore” – spiega Luca De Fusco nelle note di regia – è forse il più importante testo teatrale del Novecento. Anticipa l’arte concettuale, l’esistenzialismo, lo straniamento, rompe lo schema secolare della finzione naturalistica. Fu accolto con esito incerto e tempestoso nella prima a Roma del 1921 e non poteva essere diversamente visto che questa opera proveniva dal futuro, anticipando i tempi in modo clamoroso, come se “La carriera di un libertino” di Stravinsikij fosse andata in scena nel ‘700. Quando si affronta un tale capolavoro e si dispone di una compagnia come la nostra, capitanata da un gigante come Eros Pagni, ho sempre il timore che un eccesso di interpretazione dia l’impressione al pubblico di un regista che vuole anteporsi al testo e allo spettacolo. È anche vero che non esistono interpretazioni neutre. D’altra parte questi sei personaggi che provengono da un altro mondo e che non perdono occasione di sentirsi rinfacciata dal capocomico la irrappresentabilità della loro storia mi sono subito apparsi come gli attori di Woody Allen che escono dallo schermo in “Brodway Danny rose” dato che la loro vicenda, così piena di ricordi, di visioni, di particolari di splendente importanza mi ha subito fatto pensare ad una trama che si presta ad essere rappresentata più attraverso l’occhio visionario del cinema che tramite quello più concreto del teatro».

«Ho quindi proseguito il lavoro di contaminazione tra teatro e video – prosegue il regista – iniziato proprio con un Pirandello (“Vestire gli ignudi”, 2010) e proseguito poi negli anni più recenti con le mie regie realizzate per il Mercadante e cercato di dare ai sei personaggi ciò che chiedono invano al regista. L’apparizione surreale dei cappellini per l’evocazione spiritica di Madama Pace, i tremendi e morbosi particolari della scena del bordello, la contemporaneità visionaria della scena del laghetto altro non sono che le richieste non esaudite dei personaggi. Essi forse raccontano una storia che non riesce ad essere tutta compresa nel solo linguaggio teatrale. (…) Spero di indurre ad una rilettura scenica e letteraria di un testo che parla ancora oggi alla nostra coscienza contemporanea e ci invita farci le domande più importanti e terribili sulla natura, il significato, l’essenza stessa della nostra esistenza».

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