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Commercialista gonfiava crediti d’imposta, 3 imprenditori arrestati per frode da 4 milioni di euro

La lotta all’evasione non si ferma mai. Lo sa bene la Guardia di Finanza piacentina che grazie ad una operazione ha arrestato 3 imprenditori per frode fiscale e disposto il sequestro di beni per oltre 1 milione 160 mila euro.

“Un lavoro molto dettagliato – sottolinea il procuratore Antonio Colonna -, nasce dall’attività lavorativa di un commercialista, deceduto prima dell’esecuzione della misura cautelare, il quale creava IVA inesistenti da portare in compensazione. Questo ha portato ad analizzare l’intera contabilità del commercialista e tutti i clienti che in maniera sistematica usavano modalità fraudolente”. Il commercialista aveva lo studio a Piacenza ma era pavese.

La particolarità è che uno dei clienti del commercialista si avvaleva di fatture false, emessi da una cooperativa, aprendo così un altro settore di indagine nei confronti dei molteplici benefattori. Gli indagati sono complessivamente 17, 3 misure cautelari sono state eseguite nei confronti di coloro che avevano le responsabilità maggiori, ovvero due di origine italiana e uno macedone. L’indagine della Polizia Giudiziaria, avviata dai finanzieri del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Piacenza ha consentito di accertare una frode fiscale per oltre 4 milioni di euro, posta in essere da un commercialista e 16 imprenditori, tutti operanti nel territorio piacentino in particolare nel settore edile.

Il comandante delle Fiamme Gialle, Daniele Sanapo, ha sottolineato come la sinergia ormai consolidata con la Procura sta dando i suoi frutti. “Un fenomeno diffuso quello delle compensazioni, un istituto importante che verrebbe incontro agli imprenditori onesti ma che porta effetti distorsivi enormi. Tramite le false compensazioni si creano debiti – crediti che in qualche modo vengono usati per compensare debiti d’imposta, e gli imprenditori sono costretti ad alterare le regole della concorrenza del mercato. Questo provoca ulteriori effetti”. Altri 44 clienti hanno ricevuto sanzioni amministrative. Sono stati contestati oltre 2 milioni di euro di Iva evasa, crediti Iva inesistenti compensati per oltre 1,5 milioni di euro e costi non deducibili superiori a 600 mila euro.

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