Da una parte la giunta Bonaccini che crede nel welfare inclusivo e ha già consentito di abbassare i costi delle rette dei nidi d’infanzia per le famiglie, di finanziare per intero il superticket sanitario (sgravando 3 milioni di euro dalle tasche dei cittadini, specie quelli anziani) e di incrementare i fondi per la non auto-sufficienza. Dall’altra, a destra, il vuoto totale, mascherato da accuse frettolose e generalizzanti al sistema cooperativo e associazionistico al solo scopo di giustificare il vero obiettivo: tagliare, senza scrupoli, i servizi socio-assistenziali presenti sul territorio. Così Katia Tarasconi – consigliera regionale uscente e candidata alle elezioni del prossimo 26 gennaio, difende l’operato della giunta Bonaccini in materia sociale e al contempo attacca la coalizione di centro-destra pronta a proseguire – spiega “nell’opera di tagli già avviata nel Comune di Piacenza. Ormai, da destra, la litania è sempre la stessa: durante tutta la campagna elettorale hanno sostenuto che l’assistenzialismo non funziona ed è meglio lasciare mano libera al mercato. Con buona pace di chi chiede, avendone diritto, un minimo di protezione sociale a distanza di un decennio da una crisi che morde ancora e racchiude nel cono d’ombra della povertà nella sola Emilia-Romagna, oltre 30mila nuclei famigliari”.
“La propaganda delle destre – continua – vorrebbe che si trattasse solo di sbandati, disoccupati, in una parola di persone che meritano uno stato di indigenza perché non si sono date abbastanza da fare. Ma la realtà è tristemente un’altra. Tra di loro, ci sono infatti moltissimi working poor, cittadini che lavorano a tempo pieno, magari anche facendo più lavori e ciononostante non riescono a superare la soglia di povertà assoluta. Per queste persone la giunta Bonaccini ha introdotto il reddito di solidarietà, consentendo loro di vivere una vita dignitosa in cambio dell’impegno nella formazione professionale e nella ricerca attiva del lavoro. E’ un impegno che – se eletta – porteremo avanti con ancora più forza nella prossima legislatura. Per ricordare una volta di più che per noi lo Stato, la Regione e il Comune non sono solo aziende, ma istituzioni con il preciso scopo di aumentare il benessere dei propri cittadini. L’investimento nel sociale non è solo una spesa, ma anche un’occasione di crescita e di creazione di posti di lavoro. Nel Comune di Piacenza, invece, con la Giunta Barbieri a metà mandato abbiamo già visto cosa produce la logica del massimo risparmio: i bandi pubblici hanno prodotto servizi scadenti, dalla manutenzione del verde ai centri di aggregazione giovanile, causando la perdita di numerosi posti di lavoro e offrendo un biglietto di visita indignitoso per la città. Senza contare l’abolizione del bus gratuito per gli anziani. In Regione abbiamo una visione diversa, dalla disabilità alla non-autosufficienza, dai centri aggregativi al contrasto all’isolamento della terza età. E vogliamo proseguire nella direzione tracciata dalla giunta Bonaccini, che valorizza i servizi valorizzando prima di tutto le figure professionali che vi orbitano attorno. Per una regione più equa, più giusta e più solidale. In una parola, per un’Emilia-Romagna più felice”.