Circa 3 settimane fa Elisa stava parlando con un’amica che lavora all’Ospedale di Piacenza e percepì tutta la preoccupazione e le difficoltà presenti tra le corsie. Decise così di telefonare alla sindaca del proprio paese, Patrizia Calza di Gragnano Trebbiense, per capire nella pratica cosa poteva fare. La sera stessa ha aperto una campagna di raccolta fondi per l’Ospedale arrivata oggi a 312 mila uro circa.
“Ho preso contatti con il responsabile comunicazione e marketing dell’Ospedale per informarlo dell’iniziativa”. Nella vita Elisa Ghezzi fa la consulente di viaggio, ha una bimba di 4 anni e con il compagno ha aperto anche un canale Youtube in cui si racconta, “Bradipi in viaggio”, con brevi video dei loro viaggi.
La cifra raccolta da questa ragazza ha suscitato la curiosità dell’ Università Tor Vergata in Roma, in particolare la cattedra di “Strategia e politica aziendale”, del prof. Marco Meneguzzo, che ha voluto prenderla come “caso studio”. Ha raccontato che i soldi “verranno usati per l’acquisto di dispositivi di protezione, nonchè di ventilatori per la respirazione”.
Elisa spiega loro che non esiste un donatore tipo, in quanto ha ricevuto donazioni indistintamente da uomini e done di età diverse, qualche influencer, aziende, società sportive, persino “gruppi di Fantacalcio”, che hanno donato dai 5 ai 5000 euro. Ma soprattutto persone che in questa battaglia hanno perso persone care. “Io ero partita con l’idea – ripensa Elisa -di raccogliere 1000 euro tra amici e parenti”.
Per la promozione ha deciso di usare soprattutto i gruppi WhatsApp nati proprio per fronteggiare questa crisi. “Dei social network non mi fido del tutto, sono un’arma a doppio taglio: ci sono troppe fake news che girano, all’inizio la gente dubitava della bontà dell’iniziativa. Fortunatamente la USL di Piacenza ha mandato un comunicato stampa in cui ringraziava i sostenitori“. Al momento, addirittura, non è più necessaria la promozione. “L’USL quando lo riterrà opportuno ritirerà la somma necessaria. E nel frattempo sono nate tante altre campagne di solidarietà ugualmente meritevoli e da sostenere. La solidarietà non è una gara“.
“Spero che questi soldi – continua – possano dare un po’ di ossigeno all’Ospedale. Mi auguro che da questa surreale esperienza che stiamo vivendo possiamo uscirne più forti e più uniti di prima. Che tutta questa fierezza per la nostra nazione non sia solo un fuoco di paglia. Che la sanità non venga depotenziata”.
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