Che fossimo dei privilegiati, per le possibilità che abbiamo di accesso non solo a cibo salubre e in giusta quantità, ma anche molto buono, lo sapevamo. Il mondo però ha il problema di riuscire ad alimentare una popolazione in crescita con risorse finite, la scienza si pone dunque l’obiettivo di trovare soluzioni valide. Agnese Codignola nota giornalista scientifica, con trascorsi nella ricerca chimica e farmacologica, non ha mancato di sottolinearlo nella sua relazione “Saremo sintetici: il futuro della carne sarà in laboratorio?” nel corso della quale ha sapientemente approfondito il tema della carne sintetica dialogando con il nutrito pubblico presente al secondo appuntamento di A Cena Con La scienza che si è tenuto venerdì 27 maggio presso l’Agriturismo Boschi Celati di Fossadello (Pc). “La carne sintetica, ossia prodotta in laboratorio, è ben diversa dai cibi ultra processati che non hanno chimicamente nulla a che vedere con la carne ed è una possibile via. Anzi, è una realtà che in posti come Singapore vede già lo sviluppo commerciale di cibi a base di pollo prodotto in laboratorio. Si tratta tecnicamente di carne di pollo in tutto e per tutto – ha spiegato Codignola – i test sui consumatori hanno rilevato che le persone non distinguono il prodotto in laboratorio da quello derivante dall’animale macellato. Le comunità religiose che prevedono modalità di macellazione particolari si sono dovute interrogare se fosse un alimento ammesso oppure e no e hanno deciso che era compatibile, dato che di fatto non vi è macellazione alcuna. Ma la svolta è che si tratta di un alimento sano e con impatti ambientali ridottissimi. Il futuro non può prescindere da questa possibilità che la scienza sta delineando per poter alimentare più persone con cibo salubre”. Nell’incontro è stato ribadito come l’uomo sia un onnivoro e quindi necessiti delle cosiddette proteine nobili. “È tutto sommato coerente anche con l’idea di sviluppo dell’agricoltura che si debbano valutare forme di “allevamento” moderno e con questo senza scartare aprioristicamente quelle in laboratorio che potrebbero essere una sorta di ulteriore evoluzione, per certi aspetti, dell’agricoltura stessa – ha sottolineato Michele Lodigiani, coordinatore di A Cena Con la Scienza – anche se qui siamo tutti abbastanza convinti che la bontà della carne oggi disponibile grazie alla nostra agricoltura e al nostro saper fare, che è insieme tecnica e tradizione, permarrà, probabilmente riservandosi uno spazio di eccellenza. Che la scienza dia il suo contributo per poter reperire proteine nobili indispensabili per un’alimentazione equilibrata è coerente anche con il percorso che l’agricoltura stessa ha fatto in passato, specializzandosi e cogliendo le opportunità della tecnica applicata in campo che oggi ci garantiscono un’agricoltura che valorizza e rispetta l’ambiente pur essendo produttiva”. Il ragionamento, ancora una volta è stato spunto di riflessione su una comunicazione pubblicitaria in grado di far percepire come salubri alimenti che di fatto non lo sono, come quelli ricchi di sale e addizionati perché ultra processati, e come dannosi altri che invece possono cogliere opportunità individuate dal progresso come furono gli Ogm, davvero vittime di una ingiustificata gogna mediatica. Che il futuro del futuro possa essere la carne di insetto in laboratorio è un pensiero che non è parso appassionare alcuno dei presenti i quali, data l’ora, hanno preferito adire le tradizionali vie della squisita cucina territoriale offerta dall’agriturismo.
Il ciclo, che quest’anno ha come filo conduttore il rapporto fra uomo, animali e cibo, proseguirà il 17 giugno all’agriturismo il Vallone di Alseno, con Don Mirko Dalla Torre che affronterà l’argomento sotto l’aspetto filosofico, anche attraverso un’analisi critica delle tesi animaliste. Seguiranno due incontri dopo la pausa estiva: il 9 settembre Filippo de Braud parlerà degli sviluppi di una ricerca di estremo interesse che sta conducendo sugli effetti della restrizione calorica nella cura dei tumori, per chiudere a fine settembre con Alberto Grandi che parlerà di quanto la “narrazione” sul cibo corrisponda alla realtà e di quanto invece sia frutto delle mistificazioni del marketing.