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Alberto Esse, indagato per la scritta “Non amo la Lega, Lou Reed ti amo”, si difende

Come è possibile apprendere sul quotidiano locale Libertà, Alberto Esse, nome d’arte di Alberto Spagnoli, è nel mirino della Procura per la provocatoria scritta “Non amo la Lega, Lou Reed ti amo” sul muro accanto alla Biblioteca Passerini Landi. Il 73enne artista-performer piacentino ha abituato la cittadinanza a queste performance artistiche, come da noi riportato anche in passato, quando ad esempio propose una soluzione alternativa alle panchine antibivacco lanciate dall’assessore Zandonella, quando sventolò la bandiera rossa sotto il monumento di Sant’Antonino, o quando svelò “l’utilizzo del Carmine” al termine dei lavori di riqualificazione: una piscina coperta con trampolino.

Ora la Procura indaga sulla scritta citata, che stando a quanto scritto su Libertà, secondo il Codice Penale si qualificherebbe come “imbrattamento (art. 635)”. In questo caso tuttavia si configura come “danneggiamento”, non imbrattamento, disposto invece nell’art. 639,  Chiunque, fuori dei casi preveduti dall’articolo 635, deturpa o imbratta cose mobili o immobili altrui  è punito, a querela della persona offesa, con la multa fino a centotre euro. Se il fatto è commesso su beni immobili o su mezzi di trasporto pubblici o privati si applica la pena della reclusione da uno a sei mesi o della multa da 300 a 1.000 euro. Se il fatto è commesso su cose di interesse storico o artistico, si applica la pena della reclusione da tre mesi a un anno e della multa da 1.000 a 3.000 euro”.  

Alberto Esse difende la propria posizione.

“Occorre rilevale che si tratta di due normali atti dovuti derivanti invece dall’atto non dovuto di chi ha segnalato il fatto alle autorità (con ogni probabilità, gli ambienti della attuale Giunta del Comune di Piacenza ma parafrasando Pasolini “io so ma non ho le prove” e quindi questa per ora è solo una mia personale opinione).

Il fatto in questione è, come ho detto, l’installazione/performance con cui ho riscritto la scritta “Lou Reed ti amo” esistente da anni sui muri della Biblioteca Passerini Landi di Piacenza. Si trattava di una azione artistica condotta come artista di strada con regolare permesso e con carattere assolutamente pubblico, come si deduce dall’articolo della Libertà che ne dava notizia e dall’intervista video di Piacenza Diario registrata nel corso della performance che si aprivano con le parole “Chiarisco innanzitutto che sono assolutamente contrario ai cretini che scrivono sui muri storici o sui monumenti della città. 

Sono in disaccordo anche con coloro che scrivono su normali muri TAG e frasi oscene o senza senso. Diverso invece è il discorso che riguarda, sui muri generici, le scritte di carattere politico-sociale o poetico o creativo che a mio avviso hanno una loro dignità: Se andate in via Colombo potrete vedere su un muro la scritta “VOTA GARIBALDI” e il faccione barbuto di Giuseppe. Si tratta di una scritta fatta in occasione delle elezioni del 1948. Per me questo graffito dovrebbe essere tutelato come patrimonio storico visuale della città”

Occorre anche rilevare che le scritte erano state fatte con UN GESSETTO perfettamente e facilmente cancellabile con una spugnetta e che le scritte non erano state fatte sull’intonaco del muro ma sulle deturpanti macchie di colore grigio con cui Iren aveva cancellato le scritte precedenti (avendo esaurito il più consono colore giallo, come la stessa Iren ha dichiarato).

In questo contesto non intendo dare giudizi di merito su quanto successo, attendendo gli ulteriori sviluppi con piena fiducia nella magistratura (e la mia non è la solita ritrita dichiarazione dei politici colti con le mani nella marmellata…), voglio solo rilevare che quanto sta accadendo sta impegnando soldi e risorse pubbliche ed anche risorse private, le mie molto limitate”.

QuotidianoPiacenzaOnline

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