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Aman, 27 anni, guida turistica kazaka, ha imparato l’italiano in due mesi su Intenet

Definirlo genio è forse eccessivo ma certamente le capacità di Aman Utegenov, ragazzo kazako di 27 anni, lasciano stupefatti.

Laureato in Inglese e Francese, amante della nostra musica, ha deciso che era giunto il momento di imparare l’italiano e così ci si è messo d’impegno, da solo, con l’aiuto di libri e soprattutto di Internet. In due mesi ha imparato la nostra lingua ad un livello che per molti comuni mortali richiederebbe anni di studio.

Non contento ha anche deciso di prendere alcune certificazioni linguistiche (B2) tanto per dimostrare che la nostra lingua l’aveva imparata bene davvero.

Oggi la utilizza (insieme a inglese, francese, russo e ovviamente kazako) nel suo lavoro di guida turistica. Ed è proprio accompagnando un gruppo di piacentini in visita ad alcuni ex campi di lavoro sovietico che ha stretto un rapporto di amicizia con alcuni di essi ed è stato invitato nella nostra città come relatore per una conferenza – promossa dall’Associazione Liberali piacentini Luigi Einaudi – sul tema “Gli eccidi nazionalsocialisti (nazisti) e sovietici” che si terrà questo pomeriggio alle 18 all’Auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano.

Aman è arrivato ieri a Piacenza ed è stato accompagnato in un vero e proprio giro turistico della città. Domani mattina partirà alla volta di Roma dove si tratterrà per alcuni giorni e sarà relatore in un’altra conferenza.

Lo abbiamo incontrato in piazza Cavalli e partiamo proprio dall’impressione che ha avuto della città.

Come hai trovato Piacenza?

Mi è piaciuta molto. E’ la prima volta che vengo in Italia. Me l’aspettavo esattamente così come la sto vedendo. Mi hanno fatto visitare diverse chiese e palazzi. Davvero bella

Domani andrai a Roma dove ti fermerai per qualche giorno

Si non vedo l’ora. E’ un sogno poterla visitare dopo averne letto tanto.

Ci dicevi che fai la guida turistica, anche in italiano. Ma come hai imparato la nostra lingua?

L’ho imparata da solo, in due mesi, con l’aiuto di Internet e dei libri e anche grazie alla mia passione per la musica italiana.

Due mesi e sei riuscito ad imparare l’italiano?

Si, E’ così.

Hai anche ottenuto delle certificazioni.

Prima ho ottenuto il livello B2 e poi la certificazione CILS rilasciato dall’Università per stranieri di Siena. Ma questa è la mia prima visita.

Avevi già studiato altre lingue in precedenza?

Ho studiato inglese e francese presso la Facoltà di Lettere della mia città. Parlo ovviamente anche Kazako e russo.

Si vive bene facendo la guida in Kazakistan?

Si, però è un lavoro stagionale, da aprile a novembre.

Cosa c’è da vedere in Kazakistan?

Abbiamo molti posti interessanti e secondo me meravigliosi da visitare, compresa la nuova capitale e poi i deserti, il mar Caspio e le montagne. Tutto!

Sei a Piacenza per partecipare come relatore ad una conferenza in cui si parlerà dei campi di lavoro che c’erano in Kazakistan durante il regime sovietico. Che campi erano e chi veniva mandato in questi campi?

Erano stati creati da Stalin per rinchiudervi i politici che si opponevano al suo regime. Aveva paura della loro intelligenza e quindi li ha imprigionati. E’ un periodo storico molto triste per i popoli della ex Repubblica Sovietica.

Erano anche loro gulag o erano diversi, questi campi?

E’ la stessa cosa. Cerano varie suddivisioni, anche campi specifici per le donne. Vi venivano mandati “i traditori della patria”.

Sono morti molti in questi campi?

Dal 1921 al 1954 sono state condannati a morte, attravesro fucilazione 794.455 persone. Sono state private della liberta 2.634.397, e deportate 629.454 persone. Insomma si può dire che le vittime delle repressioni staliniane sono state 4.060.306, un numero enorme .

Ci sono stati anche italiani deportati in questi campi?

Si. Vi erano deportati tanti popoli diversi: italiani, tedeschi, francesi e tanti altri.

Oggi si possono visitare?

Ci sono delle visite guidate della durata di tre ore.

Oggi tutto questo ed il regime sovietico sono solo un ricordo …

E’ vero adesso è solo un ricordo, ma lo studiamo a scuola. Vengono dedicate due lezioni a questo periodo storico. Ce ne ricordiamo ma sempre con dolore.

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