“Neppure un lavoratore su cinque riceve il premio di produttività per un importo medio di 1130 euro. E’ un dato ancora insufficiente specialmente per il numero dei lavoratori coinvolti. Quando la contrattazione di secondo livello viene definita l’importo è sicuramente interessante per i lavoratori e in linea con gli importi degli altri territori.”
Questa è la sintesi di Marina Molinari, segretario generale CISL Parma Piacenza, in occasione della presentazione del dossier sulle dichiarazioni dei redditi dello scorso anno, con un particolare focus sul salario di produttività.
La fonte è il data base CAF CISL che è partito dalle dichiarazione dei redditi dei piacentini che si sono rivolti al centro di assistenza fiscale del sindacato, è possibile ricavare dati interessanti per la nostra provincia: quanti lavoratori dipendenti, beneficiari di reddito da lavoro dipendente, sono anche beneficiari di premio di risultato (salario integrativo a tassazione agevolata, al 10%).
La tabella sotto riportata ci dice che il 13% dei lavoratori dipendenti a Piacenza usufruisce di salario integrativo aziendale
Il cosiddetto salario di produttività o premio di produttività è un importo annuale contrattato tra sindacati e imprese, che tiene conto dell’andamento dell’azienda, previsto dai contratti integrativi.
Fu inserito nel famoso accordo del 1993 tra sindacati, governo e imprese, ma ha incontrato difficoltà applicative perché nelle aziende piccole si fatica a fare contrattazione e perché gli incentivi fiscali-contributivi non sono adeguati.
LAVORATORI INTERESSATI
“In Emilia Romagna la provincia di Piacenza ha copertura intermedia di contrattazione integrativa, rispetto alle altre province della regione, con premio a favore del 13,34% dei dipendenti – illustra Molinari – tra Ravenna (24,17%) e Rimini (10,3%), la media regionale si attesta a 17,5%.
“A Piacenza non potendo fare contratti aziendali in imprese con pochi dipendenti – continua il responsabile sindacale – cerchiamo di siglare dei patti territoriali con le associazioni delle aziende, in modo che poi le imprese aderenti possano applicarli ai propri addetti.”
IMPORTI
“Sugli importi, invece, si riscontrano differenze significative tra le province” precisa il segretario cislino. La punta regionale è a Bologna di 1.222,52 euro, mentre a Forlì-Cesena la media arriva appena a 787 euro. Parma ha gli stessi importi medi di Piacenza, ma più lavoratori interessati, dato che i beneficiari della contrattazione aziendale nella città ducale si attestano a quasi il 19 per cento (18,92%), superando la diffusione in terra piacentina di un buon 5 %. La diffusione di questo strumento può fare passi avanti in terra piacentina.
L’ANALISI
L’indagine della CISL è stata condotta su un campione significativo di 133.052 dichiarazioni dei redditi che lavoratori dipendenti della regione hanno presentato attraverso le sedi del CAF CISL. Un’indagine che aiuta a individuare alcune linee d’intervento per lo sviluppo in un periodo in cui anche l’economia dell’Emilia Romagna vede un arretramento: il PIL del 2019 dovrebbe salire solo dello 0,3% dopo la crescita dell’1,4% dello scorso anno.
LE SFIDE DELLA CISL PARMA PIACENZA
“Lanciamo una sfida alle imprese e alle istituzioni – dice Molinari– per aumentare la percentuale di copertura del premio sui lavoratori e adeguare l’importo al reale andamento aziendale. Il salario di produttività è un’opportunità che va colta per aumentare i salari dei lavoratori dipendenti che, assieme ai pensionati, muovono i consumi del Paese. E’ lo strumento che unisce gli interessi dei lavoratori e delle imprese perché distribuisce una parte di produttività aziendale creata grazie alla collaborazione dei dipendenti.”
“Inoltre non è certo con il salario minimo per legge che si alzano gli stipendi – continua – secondo noi servono due interventi: una legge che riconosca la validità dei contratti di lavoro firmati dai sindacati più rappresentativi e finalmente che l’INPS certifichi le adesioni dei lavoratori ai sindacati, per sancire la rappresentatività.
“Infine – conclude – è indispensabile che a Piacenza si punti a prodotti di qualità quindi a imprese e a lavoro di qualità perché solo in questo modo potremo recuperare questo disallineamento con le migliori province della regione.”