E’ finita con un’archiviazione l’inchiesta milanese sull’ex consigliere di Stato Francesco Bellomo che era accusato di stalking e violenza privata su quattro studentesse della sede milanese della scuola di preparazione all’esame per entrare in magistratura “Diritto e scienza”.
Era stata la stessa procura a richiedere l’archiviazione. Secondo i pm tra l’ex consigliere di Stato e le aspiranti magistrate vi sarebbe stata «una rete di scambi connotata da reciprocità».
Il gip Guido Salvini a sua volta non ha ravvisato reati nel comportamento dell’allora magistrato diventato noto per il “dress code” imposto alle sue studentesse ed alle borsiste.
Bellomo è invece ancora oggetto di indagine da parte della procura di Bari che a giugno aveva richiesto il suo arresto per violenza nei confronti di quattro giovani salvo poi riqualificare il reato con una fattispecie meno grave. Resta in piedi anche l’inchiesta piacentina sempre per stalking. Proprio nella nostra città fu presentata la prima denuncia nei confronti di Bellomo da parte di una corsista che ha poi deciso di rimettere la querela così come nell’inchiesta milanese le donne coinvolte non avevano proceduto nei confronti del loro ex docente.
Il magistrati hanno ritenuto che i comportamenti di Bellomo per quanto inusuali in ambito accademico non configurassero il reato di molestia anche se «molte delle richieste rivolte alle borsiste appaiano inconferenti con quelli che sono i normali caratteri di un rapporto di collaborazione accademica e siano state sovente avanzate con insistenza attraverso telefonate in tarda serata e invio di e-mail ma non può ritenersi che le stesse valgano ad integrare una condotta abituale di molestia e minaccia. L’attività svolta dal dr. Bellomo nella gestione della sua scuola ha avuto come conseguenza la massima sanzione, quella della destituzione da Consigliere di Stato, ma con questo si esauriscono le conseguenze di un comportamento, pur certamente singolare perché, per quanto concerne almeno il segmento milanese del corso di Scienza e Diritto, non si ravvisano condotte rilevanti sul piano penale».
(Nella foto l’ex magistrato durante la sua partecipazione a Porta a Porta su Rai 1).