Sarà il Grande Fiume, come sempre, a dettare legge lunedì e martedì prossimo (28 e 29 ottobre 2019) in occasione dell’esercitazione del 2° Reggimento Genio Pontieri denominata Argo. Tutti con le dita incrociate dunque nella speranza che le piogge non guastino i programmi di quest’evento formativo che vedrà in campo 15 reparti dell’esercito con circa 400 partecipanti attivi, più tanti altri di supporto.
Un cosiddetto “impiego combinato” che vedrà in azione non solo il reparto piacentino dei Pontieri ma altri 14 reparti. Ci saranno uomini dell’artiglieria, delle trasmissioni, i lagunari, la cavalleria, l’aviazione dell’esercito con un elicottero ed un paio di unità cinofile addestrate all’individuazione di esplosivo per lo sminamento di campi minati o di altri ordigni.
In totale sono previste sette diverse aree di esercitazione (denominate stand) con altrettante attività. La più spettacolare, se il Po lo consentirà, sarà la costruzione di un ponte mobile che collegherà la sponda piacentina dello Scalo Pontieri con quella lombarda. Verranno montati vari moduli 10 metri per 10 che collegati fra loro formeranno il ponte. Sarà anche realizzato, con la stessa tecnica, un traghetto. Nel caso di fiume impraticabile saranno queste due attività a “saltare”. Il resto del programma invece si svolgerà in ogni caso.
Il recupero della cisterna in Po dei giorni scorsi
E’ proprio in vista di questa esercitazione che l’altro giorno i Pontieri piacentini si trovavano in acqua quando è arrivata la cisterna lungo il fiume. I militari sono così intervenuti a dar man forte ai vigili del fuoco che operavano con una barca. In acqua si sono aggiunte tre imbarcazioni dei Pontieri mentre due rimanevano a riva per sicurezza, vista la forza delle acque.
La corrente aveva portato con se non solo il grande siluro metallico ma anche tantissimi detriti ed una delle barche ha imbarcato nel vano motore un grosso tronco che ne ha causato la momentanea avaria.
L’impegno dei Pontieri nelle emergenze
Quello dell’intervento in chiave di protezione civile e gestione delle emergenze è infatti uno dei compiti moderni dell’esercito. Nell’ambito dell’Operazione Sabina militari del Genio Pontieri di Piacenza sono operativi nelle zone del terremoto del 2016 (Amatrice, Norcia etc.) e si stanno occupando della demolizione di edifici resi inagibili dalle scosse telluriche.
Altri militari di stanza a Piacenza partecipano all’operazione “Strade sicure” e sono dislocati a Roma, mentre presto verranno inviati a Milano.
Il disinnesco degli ordini bellici
Soprattutto il 2° reggimento Genio Pontieri si occupa dei tantissimi ordigni che quotidianamente vengono trovati nei campi di Emilia Romagna e Toscana, le zone sotto la competenza Piacentina (13 province). Ogni giorno uno o due equipaggi da piazza Cittadella partono per raggiungere e disinnescare ordigni inesplosi (soprattutto della Seconda Guerra Mondiale) di cui il nostro paese è ancora disseminato.
Per questo il comandante, colonnello Salvatore També – durante la conferenza stampa di presentazione – ha ricordato l’importanza di spiegare ai ragazzi come comportarsi davanti al ritrovamento di un ordigno (non toccarlo mai, tenersi distanti e chiamare il 112 o il 113).
Per questo nel primo dei due giorni di addestramento saranno presenti circa 250 studenti (del Liceo Gioia, Cassinari, del Tramello, del Romagnosi, dell’Isi Marconi) che assisteranno alle attività e si incontreranno con rappresentanti dell’Associazione Nazionale Vittime Civili di guerra.
Il secondo giorno sarà invece aperto alle autorità militari e civili ed a rappresentanti delle associazioni di categoria.
Il programma dell’esercitazione
Il programma dell’esercitazione, che avviene nell’ambito di quella più generale Atlante 2019, prevede un’attività di bonifica delle sponde (anche con l’elicottero), la costruzione del ponte, la neutralizzazione di un ordigno improvvisato (con le unità cinofile), la bonifica di un residuato bellico non rimovibile e di uno rimovibile e lo sminamento di un campo (sempre con unità cinofila). Verranno anche usati moderni robot in dotazione all’esercito.
Infine sarà allestita una mostra statica dei mezzi utilizzati per il movimento terra.
“Lo scenario di esercitazione – ha detto il colonnello Salvatore També – è quello di una possibile area di crisi in cui la NATO è chiamata ad intervenire, pertanto le situazioni operative che caratterizzano la manovra delle unità esercitate sul terreno sono quanto più possibile reali, perfettamente in linea con esperienze già vissute dai reparti nelle missioni all’estero e con scenari operativi possibili nel futuro. Addestramento mirato quindi, per perfezionare le capacità di risposta e affinare le procedure di coordinamento”.