Da nord a sud Italia uno dei drammi nel dramma dell’emergenza Coronavirus è certamente stato quello delle RSA, le residenze per anziani dove sono stati commessi errori su errori e non per nulla sono in corso numerose indagini della magistratura per capire se vi siano stati comportamenti penalmente rilevanti e da parte di chi.
Proprio oggi il direttore regionale per l’Europa dell’Organizzazione mondiale della Sanità Hans Kluge ha affermato che «secondo le stime dei Paesi europei, circa la metà delle persone morte per Covid-19 erano residenti in case di riposo. Questa è una tragedia umana inimmaginabile. Un quadro profondamente preoccupante».
Pur sapendo che le persone in età avanzata sono storicamente le più esposte ai virus non sempre si è fatto quanto si poteva per tener fuori l’infezione. In molti casi i tamponi sono stati fatti con colpevole ritardo e non si sono messe in atto terapie mediche tempestive. Elementi che avrebbero forse potuto rallentare la strage. In più i lavoratori di moltissime RSA italiane hanno lamentato la mancanza di adeguati DPI a protezione degli operatori e l’impossibilità di separare ospiti infetti dagli ospiti sani.
Così come è avvenuto sul fronte sanitario ed ospedaliero le Regioni hanno affrontato il problema in ordine sparso, con strategie e direttive diverse.
Anche in Emilia Romagna e a Piacenza molti ospizi si sono rapidamente trasformati in focolai. La Regione (nonostante plurime richieste) non ha ancora diffuso dati precisi al riguardo ma i morti ed i positivi sembrano aver toccato numeri purtroppo molto importanti.
Per fortuna (e finalmente) Bologna ha deciso di intervenire con interventi radicali per tentare di interrompere al più presto “la catena del contagio nelle strutture residenziali – sociosanitarie e socioassistenziali – per anziani e persone con disabilità. Luoghi che, assieme agli ambienti domestici, rappresentano uno dei fronti ancora caldi nella lotta al Coronavirus, a maggior ragione perché interessano le persone più fragili e vulnerabili della comunità”.
Oggi (23 aprile 2020) è stato diffuso un documento con cui vengono fornite nuove indicazioni operative ai soggetti gestori “su quando e come agire con la maggior efficacia e tempestività possibili, per la tutela degli ospiti e del personale”.
“Il provvedimento è già stato condiviso dall’assessorato alle Politiche per la salute con le direzioni delle Aziende sanitarie e con le parti sociali, a partire dai sindacati, e avrà un passaggio anche in Giunta regionale”.
In sintesi, ecco le azioni che dovranno essere potenziate così come riporta il comunicato della Regione.
“Diagnosi tempestiva, innanzitutto, con tamponi effettuati all’interno delle strutture nel più breve tempo possibile sui casi sospetti positivi, ma anche ad ampio raggio laddove ci siano casi già attivi, soprattutto se in presenza di focolai o di situazioni con maggiori rischi di trasmissione. E poi sorveglianza costante di tutti gli ospiti per verificare la comparsa di sintomi anche lievi che potrebbero rappresentare la spia di un avvenuto contagio.
Per le persone positive isolamento sicuro in ambienti completamente separati dagli asintomatici e con assistenza di personale dedicato (Zona rossa). Collocazioni alternative, individuate dal gestore in collaborazione con l’Azienda sanitaria, se l’isolamento sicuro all’interno non può essere garantito. Varie le opzioni individuate, a partire dalle strutture lungodegenziali o riabilitative di ospedalità privata accreditata, per cui è già stata raccolta la disponibilità di Aiop; ma anche aree ospedaliere o ospedali di comunità deputati all’accoglienza di pazienti Covid, e ancora ‘Cra Covid’ dedicate in cui l’assistenza sanitaria sia preferibilmente assicurata sulle 24 ore”.
Nel testo messo a punto dall’assessorato alle Politiche per la salute si affronta anche il tema “della sicurezza a tutela degli ospiti e degli operatori delle strutture, alle quali spetta la responsabilità di attuare tutte le misure di prevenzione del contagio, con il supporto clinico-assistenziale delle Aziende sanitarie; dal canto loro, le Aziende sono chiamate a vigilare, anche con specifici sopralluoghi, sull’effettiva attuazione delle misure di prevenzione, e a segnalare eventuali casi di inerzia alle Conferenze territoriali socio sanitarie”.
“Diamo nuove indicazioni operative stringenti ai gestori delle strutture che ospitano persone anziane e con disabilità, che rappresentano l’anello fragile delle nostre comunità e purtroppo sono tra i soggetti più colpiti dal virus, laddove vivono in luoghi di forte aggregazione- spiega l’assessore regionale alle Politiche per la salute, Raffaele Donini-. È indispensabile agire con ulteriore incisività per interrompere la catena dei contagi, e seguire tutte le misure di sorveglianza, prevenzione e isolamento sicuro, per tutelare il più possibile sia gli ospiti, sia il personale. Naturalmente, i gestori hanno esclusiva responsabilità giuridica rispetto agli aspetti organizzativi delle attività, ma abbiamo voluto dare loro uno strumento operativo per poter agire, anche con l’importante supporto delle Aziende sanitarie”.