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Case Popolari. La scelta della Regione di non considerare nelle graduatorie la residenza storica fa discutere

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Con una delibera allo scadere dell’anno 2023, la Regione Emilia-Romagna annulla la possibilità di attribuire punteggi validi per la graduatoria ERP a chi risiede da tempo nei relativi territori comunali. Resta intatto il requisito di accesso dopo tre anni di residenza o attività lavorativa.

Il commento di Manuel Radaelli, presidente dell’Associazione “Rete” Case Popolari: “Un provvedimento che ha dell’assurdo e che sa di beffa per tanti cittadini che sono in attesa da tempo di una casa popolare e la cui unica speranza ormai era ancorata all’accumulo di anni di residenza nei rispettivi territori comunali. I tanti nostri connazionali vedranno così la loro posizione crollare ulteriormente in graduatoria. Più che un provvedimento in favore di maggiore equità, sembra una decisione esclusivamente politica.”

“Sosteniamo da tempo – si legge nella nota – un rafforzamento di questo criterio ed, anzi, l’introduzione di un nuovo sistema di doppia graduatoria che tenga conto, in separara ripartizione degli alloggi, dei tanti nuclei che sono anni e anni che tentano l’accesso senza mai riuscire nell’impresa, pur ricadendo in oggettive valutazioni di difficoltà sociale ed economica. In questo punto, la Regione ha dato, a ragione, una chiara disposizione di ripartizione degli alloggi anche appunto in funzione dell’anzianità di permanenza in essa. Tuttavia – chiude la nota – non possiamo che essere contrari a questo altro smacco ai danni degli italiani.”

Anche il capogruppo in consiglio regionale del Carroccio e segretario Lega Emilia Matteo Rancan tuona contro la decisione della maggioranza Pd in Regione sull’azzeramento del criterio della residenzialità storica ai fini della determinazione di punteggi premiali nelle graduatorie Erp.

“Una scelta incomprensibile e arbitraria. Ancora una volta il Governatore Bonaccini sceglie l’ideologia della sinistra a scapito dei cittadini emiliano-romagnoli”.
“Faremo di tutto per contrastare questa vergogna: si tratta di una vera e propria ingiustizia nei confronti di chi è attivo e residente da più anni nella nostra regione, alla quale versa i contributi grazie ai quali si realizza il patrimonio immobiliare pubblico. Una scelta che danneggerà le famiglie residenti da tempo sul territorio che necessitano di una casa popolare e che si vedranno scavalcare in graduatoria da chi si è magari appena trasferito nel nostro territorio” ha spiegato il leghista, lanciando la sfida a Bonaccini: “Se vinceremo la Regione Emilia-Romagna il requisito della residenzialità storica per l’assegnazione degli alloggi Erp sarà un requisito stabile. Si tratta di una delle prime azioni della nostra agenda. Una decisione di buonsenso a tutela gli emiliano-romagnoli. Per la Lega i cittadini vengono prima dell’ideologia. Il Pd conferma invece che la pensa diversamente” ha concluso Rancan.

La risposta dell’assessore regionale sulle modifiche dei criteri di assegnazione degli alloggi Erp.

“Nessuna lezione da chi ha azzerato il Fondo nazionale per l’affitto e quello per la morosità incolpevole. Quello della casa è un problema in forte crescita, ma questo Governo brilla per la sua assenza”.

Così l’assessore regionale alla Programmazione territoriale e politiche abitative Barbara Lori risponde al sindaco di Ferrara Alan Fabbri e ad altri esponenti della Lega a proposito del provvedimento regionale sull’Edilizia residenziale pubblica.

“A chi contesta la delibera regionale- spiega Lori- voglio dire che questa non comporterà nessun passo indietro nella garanzia dei diritti dei cittadini. Al contrario, l’obiettivo di questo provvedimento è proprio quello di introdurre regole uniformi per fare sì che il diritto alla casa sia davvero lo stesso su tutto il territorio regionale”.

Due in particolare le novità del provvedimento regionale su cui si sofferma Lori: il requisito della residenza o dell’attività lavorativa da almeno tre anni in Emilia-Romagna, che resta come requisito di accesso, ma che non potrà essere valutato due volte come fonte di punteggio aggiuntivo in graduatoria. E l’obbligo per i Comuni di attuare una ripartizione ponderata dei diversi indicatori (nuclei familiari numerosi, giovani coppie, fragilità economica, coabitazione, anzianità di permanenza nelle graduatorie) utilizzati nelle graduatorie, per evitare che localmente un requisito specifico possa avere un valore preponderante rispetto agli altri.

“Due criteri ispirati a un principio di equità- sottolinea l’assessore Lori- per ovviare a disparità di trattamento a livello territoriale che non hanno ragione di essere. E che vanno nella stessa direzione della sentenza del Tribunale di Ferrara che nel 2021 ha definito discriminatorio il regolamento del Comune di Ferrara proprio per quanto riguarda il meccanismo di premialità nei punteggi collegato al criterio della residenzialità storica”.

“La Regione sta moltiplicando il proprio impegno per garantire un vero ed equo diritto alla casa in Emilia-Romagna- aggiunge Lori-. Anche con questa delibera, in cui prevediamo una serie di meccanismi a favore delle famiglie che si trovano a vivere una situazione di maggiore fragilità o delle donne vittime di violenza. E voglio qui ricordare che è di pochi mesi fa la decisione con cui abbiamo stanziato dal nostro bilancio ulteriori 9 milioni di euro a sostegno di quel Fondo per l’affitto che, insieme al Fondo per la morosità incolpevole, è stato azzerato da questo Governo. E a nulla sono valse le richieste di un ripristino che abbiamo rivolto all’Esecutivo, a fronte di un’emergenza casa che è sotto gli occhi di tutti. Il sindaco Fabbri e gli altri esponenti della Lega che criticano la Regione dovrebbero rivolgere ad altri le loro rimostranze”.

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