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Castaldini e Vignali (Forza Italia) interrogano la giunta regionale sui Cau

"Quale è il costo dei 43 CAU? Siamo di fronte ad un folle giro dell’oca per i pazienti che ha moltiplicato i costi della sanità e non ha diminuito la pressione sui PS"

Due consiglieri regionali di Forza Italia Valentina Castaldini e Pietro Vignali interrogano la nuova giunta regionale per capire quale futuro stia pianificando per i Cau, i pronto soccorsi versione light messi in pista dal precedente assessore Donini.

«Al momento dell’istituzione dei centri – scrive Valentina Castaldini (FI)  – l’allora assessore alla Sanità Raffaele Donini aveva dichiarato che si voleva raggiungere l’obiettivo di un riduzione pari all’80% degli accessi in codice bianco e verde ai pronto soccorso regionali. Negli ultimi mesi i numeri fornitimi dalla Regione attraverso accessi agli atti hanno dimostrato che l’obiettivo prefissato è stato disatteso, la pressione sui pronto soccorso è rimasta pressochè immutata, con riduzioni dell’accesso nell’ordine del 3-5% e nell’odierna edizione del Resto del Carlino l’attuale assessore alle Politiche per la salute Massimo Fabi ha dichiarato, in merito ai Cau: “Chiuderli tutti e investire sui pronto soccorso”».

«Il quadro era chiaro ben prima delle ultime dichiarazioni dell’assessore Fabi – dichiara la consigliera regionale di Forza Italia Valentina Castaldini -. Ormai sono diversi mesi che cerchiamo di mostrare, numeri alla mano, i risultati infelici dei Cau. Gli ultimi dati usciti relativi agli ingressi ai Cau dicono che nei primi otto mesi del 2024 ci sono stati 55.045 accessi ai Cau dell’area bolognese, mentre gli accessi ai pronto soccorso nello stesso periodo sono stati 189.912, per cui gli ingressi complessivi alle strutture di emergenza e urgenza nei primi otto mesi del 2024 sono stati 244.957, quando in tutto il 2023 gli accessi ai pronto soccorso si sono fermati a 200.522. Circa 45mila accessi in più alle strutture pubbliche nel 2024, persone che prima non entravano in ospedale ma si rivolgevano al medico curante, e che per effetto di questa riforma fallimentare si trovano ad affollare gli ospedali. Questi dati mostrano chiaramente che è aumentato il carico sul servizio pubblico, ma per i motivi sbagliati. Troppi pazienti evitano il medico di famiglia e si riversano nei Cau saturando il sistema. Ora però bisogna chiarire alcuni aspetti. Il primo: quale sarà la sorte dei pronto soccorso che erano stati trasformati in Cau, il cui destino occorre definire il prima possibile, in quanto parliamo di territori – quelli montani – molto complessi che chiedono una rapida risposta. Il secondo aspetto da chiarire subito riguarda la strada che la politica intende percorrere in questa regione nel breve e nel lungo periodo, e quali passi fare per raggiungere questo obiettivo: l’amministrazione vuole davvero sostituire i Cau con le aggregazioni funzionali territoriali costituite dai medici di famiglia? In tal caso, il percorso da fare prevede una contrattazione e un dialogo con i medici di base che possono essere anche molto lunghi. Se non fosse già stato intrapreso un lavoro rigoroso, l’uscita dell’assessore Fabi rischia di essere una boutade. Il terzo punto che mi preme sottolineare è la necessità di rimodulare il lavoro che è stato fatto sui Cau. Per esempio, il 116 e il 117 che sarebbero serviti per smistare gli utenti tra Cau e pronto soccorso necessitano di una revisione profonda.

La situazione attuale è il risultato di una gestione che non ha saputo tenere conto delle reali esigenze dei cittadini e delle complessità del sistema sanitario regionale. Serve un cambio di passo deciso e un confronto costruttivo con tutti gli attori coinvolti per evitare che il servizio pubblico si trovi ulteriormente in affanno».

Vignali (FI): Esperienza CAU bocciata anche dalla Giunta

«È necessario – annuncia Pietro Vignali, capogruppo di FI in Regione – lanciare una grande operazione ‘verità’ sui CAU, soprattutto dopo l’uscita pubblica del neo assessore alla salute e della Giunta De Pascale che, platealmente, affossano la riforma Bonaccini sui Pronto Soccorso. A luglio 2023, la Regione, per alleggerire i PS dai pazienti meno gravi, si è “inventata” i CAU, strutture che forniscono assistenza per urgenze di bassa complessità. Già dagli esordi è emerso un macro errore: i primi centri sono stati aperti per sostituire i “piccoli”, ma preziosi, punti di primo soccorso sparsi nelle province e poi, solo dopo mesi, sono stati realizzati nei pressi dei grandi PS».

«Nel libro dei sogni dalla sinistra, – ricorda l’azzurro – il paziente doveva rivolgersi ad un triage telefonico con il “mitico” numero 116117 (annunciato, ma mai attivato) e poi essere smistato al Cau o al PS a seconda della gravità. Invece non è andata così. Se uno si presenta al Pronto Soccorso, ma non è grave non può essere invitato a recarsi al CAU e se un paziente arriva al CAU, ma è grave bisogna impegnare un’ambulanza del 118 per riportarlo nel luogo di cura appropriato. Un vero e proprio giro dell’oca che ha portato alla duplicazione di servizi e, di fatto, non ha alleggerito i pronto soccorsi, ma impiegato molto più personale e ridotto l’emergenza-urgenza nei territori più distanti dai grandi centri».

«Credo – attacca Vignali – che la Giunta De Pascale non abbia bisogno, come dichiarato, di dover aspettare altri 3 mesi per decretare il fallimento di questa esperienza. Bisogna fare retromarcia e dare nuove linee guida. Di soldi spesi a vanvera, ne sono stati sprecati già abbastanza. I Cau funzionano solo dove sono adiacenti ad un PS e diventano una sorta di appendice, un ambulatorio aggiuntivo per gestire i casi meno gravi. Altrove va ricalibrata l’emergenza-urgenza e creato strutture, come auspicato anche dai medici di famiglia, di vera integrazione con i servizi di prossimità e del territorio. Infine, non va dimenticata un’altra grave perversione che questo sistema, creato dalla giunta Bonaccini, ha alimentato. Da un lato la Regione paga molto di più i medici in servizio al CAU rispetto a quelli del PS e dall’altro le Aziende sanitarie inseguono il personale in fuga».

«I professionisti dell’Emergenza-Urgenza – sottolinea il forzista – stanno svolgendo turni massacranti per ridurre al minimo i tagli alle ambulanze ed alcune Ausl, come quelle di Modena e Reggio Emilia, stanno ricorrendo ancora alle cooperative private nei PS, pagando i dottori quasi 2mila euro per singolo turno. Anche per questa ragione, chiederò conto di tutte le spese sostenute per creare e mantenere questi 43 CAU in Regione. Le risorse per la sanità non sono infinite ed è compito di Forza Italia monitorare e vigilare perché non siano più sciupate. Sul caso – conclude Vignali – depositerò una dettagliata interrogazione in Assemblea legislativa».

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