Il Family Day di Verona si avvicina, con annessa tutta la coda di polemiche che in questi giorni i media di qualsiasi genere stanno alimentando. Molte di esse hanno a che fare con alcuni punti: il patrocinio della “Presidenza del Consiglio dei ministri – ministro per la Famiglia e la Disabilità”, nonchè la presenza di esponenti di spicco dell’attuale esecutivo gialloverde (più verde che giallo).
Ma sarà anche la prima volta che questo Congresso Mondiale, giunto alla 13esima edizione, riunisce tante persone da tutta Italia e non solo a protestare, unite più dai contenuti che da appartenenze politiche. Anche Piacenza avrà la sua eterogenea rappresentanza, composta da Arcigay Lambda, Cisl e Non una di meno. Quest’ultima, rete femminista estesa su tutto il territorio italiano, convoca un corteo e tre giorni di mobilitazioni (29 – 30 – 31 marzo) per parlare di diritti delle donne e delle persone LGBTQI. Non Una di Meno era già entrata in azione contro la mozione “Verona Città a favore della Vita (che finanzia associazioni legate ai movimenti antiabortisti e che è stata presentata in molte altre città).
Le contro-iniziative di non una di meno
Tra le controiniziative: convegni per raccontare come è nata e come si è diffusa la cosiddetta “ideologia del gender”, con ricercatrici europee; laboratori di piazza per insegnanti sull’educazione contro sessismo e razzismo nella formazione; proiezione del documentario “Aborto, le nuove crociate”, della TV franco-tedesca Arté sugli attacchi a livello internazionale alle leggi che regolano l’aborto; proiezione del cortometraggio sulle lotte della comunità LGBTQ in Uganda con Najib Kabuye, protagonista e attivista LGBTQI ugandese. Inoltre sabato 30 marzo alle ore 14.30 vi sarà un concentramento in Piazza XXV Aprile, stazione Verona Porta Nuova: la pratica di NUDM, spiegano le stesse attiviste, è che “non siano portate bandiere, ma contenuti”.
ARCIGAY LAMBDA: “Sui diritti indietro non si torna!”
Anche Arcigay parteciperà alla concentrazione del 30 marzo, “per sostenere una piattaforma alternativa di proposte – spiegano i manifestanti – che prevedano l’ampliamento dei diritti civili e la lotta ad ogni tipo di discriminazione per una società aperta e accogliente, una società di tutti e per tutti”.
“Gli stessi esponenti del Governo – continuano – che partecipano a questo congresso sono coloro che indirettamente sostengono un clima di odio e di caccia al diverso. Nello sfondo di questo congresso aleggiano infatti idee nazionaliste, di sdoganamento dei nuovi fascismi, di distruzione dell’Unione Europea, in un momento in cui aumentano gli episodi di violenze a sfondo razziale e omofobo. Questi gruppi di interesse economico e politico che sostengono il Congresso Mondiale delle Famiglie troveranno sempre in noi degli strenui difensori delle libertà civili, dell’antifascismo e dei diritti umani”.
Sulla famiglia sottolineano come “non ne esista una sola possibile, ma tanti tipi con uguale dignità e necessità di protezione. In tema di orientamenti sessuali vengono proposte visioni oscurantiste che invocano terapie riparative per gli omosessuali, repressione dell’espressione della propria sessualità e censura di qualsiasi discorso pubblico in tema di rapporti sessuali. Proposte molto gravi, che trovano in disaccordo tutta la comunità medica e scientifica internazionale“.
La Cisl contro i relatori esteri
Il coordinamento sottolinea la propria preoccupazione nel vedere prendere la parola persone come Dmitri Smirnov, «presidente della Commissione patriarcale russa per la famiglia e la maternità, noto in Occidente per ripetuti interventi misogini conto le donne e portavoce di un modello di famiglia in cui la donna occupa una posizione subalterna rispetto al coniuge, il presidente moldavo Igor Dodon, famoso per aver dichiarato subito dopo la vittoria delle elezioni di “non essere il presidente dei gay, perché loro dovrebbero eleggere un loro presidente”. Ci saranno inoltre le relazioni di Theresa Okafor, attivista nigeriana che nel 2014 ha proposto una legge che criminalizza le unioni tra persone dello stesso sesso, e Lucy Akello, ministro ombra per lo sviluppo sociale in Uganda, che due anni fa ha presentato al parlamento una legge contro le coppie omosessuali, che prevedeva originariamente la pena di morte per “omosessualità aggravata”».
Anche la CGIL alla manifestazione
La Cgil parteciperà alla manifestazione che si terrà il 30 marzo pomeriggio a Verona, in occasione del Congresso mondiale della famiglia anche una delegazione della Camera del Lavoro – Cgil Piacenza.
“La protesta – spiega Gianluca Zilocchi, segretario generale che parteciperà alla manifestazione – è stata organizzata da associazioni e movimenti per contrastare il tentativo delle destre mondiali, a partire da ministri del governo italiano, di “affermare, celebrare e difendere la famiglia naturale come sola unità stabile e fondamentale della società”, come si legge sul sito del congresso”.
“Anche la nostra organizzazione sfilerà in maniera visibile per le vie di Verona – spiega Zilocchi – con l’obiettivo di denunciare il clima oscurantista e retrogrado che questo congresso contribuisce a diffondere e rafforzare. Al contrario occorre rilanciare la laicità dello Stato attraverso i pieni diritti di cittadinanza a tutte le differenze di genere, alle libertà di scelta delle donne e degli uomini. Riteniamo, pertanto, particolarmente grave la presenza di ministri del Governo Italiano e di esponenti politici anche del nostro territorio a questa iniziativa. La manifestazione di Verona – conclude Zilocchi – è una tappa di un percorso di rivendicazione della parità dei diritti di genere che proseguirà anche sul nostro territorio”.
“Tutto questo – conclude il coordinamento – fa tornare alla memoria anni bui della nostra storia e può mettere in discussione tutta quella serie di diritti tanto faticosamente acquisiti dalle donne e dai soggetti più deboli della nostra società negli anni recenti”.
QuotidianoPiacenzaOnline