Il 29 marzo scorso il Comitato SOS Ambiente la proposta di referendum consultivo comunale per chiedere ai cittadini se volevano che l’inceneritore di Borgoforte continuasse a vivere oltre il 2020 (scadenza prevista dal Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti) bruciando esclusivamente rifiuti speciali industriali provenienti da tutta Italia e dall’estero.
Il quesito sottoposto, riportano gli stessi promotori del Comitato, “non è stato ancora preso in considerazione dal Comitato dei Garanti, nonostante i termini previsti siano ampiamente scaduti, con il pretesto che il Regolamento comunale per il Referendum non era allineato con le ultime modifiche allo Statuto”.
Il 17 giugno scorso, all’unanimità, il Consiglio comunale ha approvato l’aggiornamento del Regolamento comunale per il Referendum consultivo allungando, secondo l’opinione del Comitato, almeno di un mese “il già lungo percorso per giungere all’indizione del referendum”. Il Comitato sostiene inoltre che l’adeguamento non era strettamente necessario per l’espressione del giudizio di ammissibilità del quesito referendario.
“Vogliamo quindi denunciare la responsabilità dell’Amministrazione comunale – concludono – nel rendere inusufruibile un diritto sancito dal suo stesso Statuto all’art. 47, e cioè quello di ricorrere al referendum quale strumento di partecipazione dei cittadini alla gestione della cosa pubblica.
Cionondimeno sollecitiamo comunque il Comune di Piacenza, e per suo tramite gli Organi di Garanzia coinvolti, a voler concludere immediatamente la procedura di valutazione della conformità del quesito referendario, con l’avviso che, in difetto, saremo costretti a ricorrere a tutti i mezzi messici a disposizione dalla normativa vigente per tutelare il diritto alla partecipazione dei cittadini alla gestione della cosa pubblica tramite lo strumento del referendum”. QuotidianoPiacenzaOnline