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Con la riforma gli uffici ACI rischiano di chiudere

Il decreto di riforma della Motorizzazione e dell’Aci è sbagliato e rischia di penalizzare cittadini e lavoratori. Lo sostengono con una nota congiunta Cgil e Cisl dell’Emilia Romagna.

“Il Governo in questi giorni sta varando uno schema di decreto che prevede di far “confluire” l’attuale certificato di proprietà nella carta di circolazione, che conserverà il suo nome, diventando però documento unico dei veicoli. A causa di questo provvedimento – sostiene il comunicato  – l’ACI rischia la chiusura, nonostante fornisca un servizio pubblico tecnologicamente avanzato, con standard di altissima qualità, senza tra l’altro costituire un costo per le casse statali. E’ per denunciare questo pericolo che dal 23 al 25 maggio sono state indette assemblee dei lavoratori in tutti gli uffici Aci d’Italia”.

Ancora una volta – sottolineano i sindacalisti – ci troviamo di fronte allo Stato che decide come un datore di lavoro che sembra non conoscere effettivamente le funzioni svolte dai “suoi” lavoratori e assume decisioni che rischiano di aggravare i costi per il cittadino”.
Fp CGIL e CISL Fp regionali, come già detto chiaramente anche a livello nazionale, unitariamente alla UilPa, ribadiscono che “il documento unico, così come previsto dallo schema di Decreto adottato dal Governo, non realizza alcun vantaggio per il cittadino, non essendo previsto alcun risparmio di spesa, né tanto meno una semplificazione”. Al contrario, così come è stato definito, determinerà “il venir meno dei servizi oggi garantiti dall’Aci e una ulteriore complicazione delle procedure con ricadute negative in termini di costi e di tempo”. Infatti, si passerebbe dal sistema di gestione attuale, che utilizza la moneta elettronica, a quello dei bollettini postali, sistema ormai anacronistico e non certo in sintonia con la modernizzazione del Paese che questo Governo dice di voler perseguire.
Una riforma che prevede di lasciare invariati i costi per IPT e bolli, ma presuppone, tra l’altro, una minore presenza di uffici pubblici sul territorio, meno servizi diretti all’utenza debole, con la conseguente necessità di ricorrere all’intermediazione privata con maggiori costi.
“E’ infatti importante ricordare che oggi l’Aci offre ai cittadini l’alternativa di un servizio pubblico, prenotabile on-line, senza sovrapprezzi; mette a disposizione degli utenti la prenotazione del posto di coda tramite device mobile; ha ridotto gli adempimenti e aumentato la sicurezza della conservazione degli atti di vendita dei veicoli; ha avviato lo Sportello a domicilio senza oneri aggiuntivi direttamente nelle case private, di cura, di riposo e in quelle circondariali. Ha attivato infine il Wi-Fi gratuito nelle aree dei propri uffici e, tramite sms o e-mail, continua ad aggiornare l’automobilista su qualunque evento possa riguardare il proprio veicolo.
Ancora una volta il Governo propone false semplificazione, che in realtà celano non solo il determinarsi di ulteriori inefficienze e spese della macchina pubblica, ma ancor peggio, il calpestare la dignità di lavoratori che rischiano il posto di lavoro, che hanno alte professionalità e che forniscono servizi efficienti e utili ai cittadini.
Una situazione paradossale caratterizzata dal qualunquismo e dalla leggerezza che viene adottata nel determinare “riorganizzazioni su riorganizzazioni”, dove l’apparenza maschera un’assoluta mancanza della necessaria sostanza che invece dovrebbe contraddistinguere la qualità del servizio pubblico”.

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