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Confcooperative E.R.: “senza DPI le imprese non possono svolgere i servizi essenziali”

“La continuità operativa delle imprese che in questa emergenza sanitaria svolgono servizi essenziali, è messa seriamente a rischio se non si riuscirà a reperire un numero sufficiente di dispositivi di protezione individuale (dpi) fondamentali per consentire alle persone di lavorare in condizioni di sicurezza. Siamo al paradosso: le attività che non sono state bloccate dai divieti del Governo e dalle conseguenze dell’emergenza sanitaria, rischiano di essere fermate dalla mancanza di mascherine, guanti e camici”.

Lo sottolinea il presidente di Confcooperative Emilia Romagna, Francesco Milza, segnalando come il problema interessi diversi settori, con centinaia di imprese e migliaia di addetti coinvolti in regione. “Queste aziende – rimarca Milza – saranno costrette a fermare le loro attività in mancanza di adeguate protezioni, non si può mettere a repentaglio la salute delle persone”.

“Il problema – continua il presidente regionale di Confcooperative – riguarda diversi settori, innanzitutto le imprese di pulizie e facility management impegnate nella sanificazione degli ambienti ospedalieri e della Pubblica amministrazione; senza mascherine, guanti, camici e attrezzature adeguate per i lavoratori, le nostre cooperative non possono svolgere questo fondamentale servizio. Analoga situazione si riscontra nel settore del trasporto, determinante per garantire l’approvvigionamento alle catene della Distribuzione, così come per le cooperative del comparto agroalimentare che devono essere messe nelle condizioni di proseguire l’attività di produzione di beni alimentari di prima necessità. Anche le imprese di raccolta e gestione dei rifiuti – segnala Milza – lamentano questa carenza, così come quelle della vigilanza, che sono chiamate al delicato compito di gestire gli accessi e la sicurezza in supermercati e farmacie, senza dimenticare le cooperative sociali con gli operatori che assistono anziani, disabili e persone svantaggiate nei centri residenziali che non possono essere chiusi”.

“Siamo al lavoro per aiutare le nostre cooperative a risolvere questo grave problema – conclude il presidente di Confcooperative Emilia Romagna -, e lanciamo un grido di allarme alle Istituzioni preposte affinché vengano garantite le adeguate protezioni a coloro che svolgono servizi di pubblica utilità. Tante imprese si sono attivate in maniera tempestiva, ma gli ordini spesso vengono bloccati a causa delle nuove disposizioni nazionali che danno giustamente priorità alla Protezione civile. Tuttavia, se non si trova una soluzione, la conseguenza inevitabile sarà il blocco di queste attività che devono essere svolte esclusivamente nella più assoluta sicurezza delle persone”.

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