Si è conclusa pochi minuti fa la conferenza stampa convocata dall’assessore al welfare della Regione Lombardia, Giulio Gallera, in seguito ai primi tre casi di Coronavirus a Codogno (Lodi).
La prima notizia è che i casi di persone risultate positive al coronavirus sono saliti a sei.
L’assessore ha inoltre consigliato, in via precauzionale agli abitanti di Codogno, Casalpusterlengo, Castiglione d’Adda di non uscire di casa ed evitare contatti sociali.
Si sta provvedendo a sottoporre a tampone i colleghi di lavoro della multinazionale Unilever di Casalpusterlengo che potrebbero essere entrati in contatto con il 38enne che vi opera come impiegato. Nell’azienda ( a seonda delle fasi produttive) lavorano fra le 200 e le 300 persone suddivise fra produzione ed uffici; tutti condividono gli spazi mensa.
L’assessore ha spiegato che il 38enne di Castiglione d’Adda ha incominciato ad avere i primi sintomi febbrili nella giornata di sabato 15 febbraio e per questo martedì 18 febbraio si è recato al Pronto Soccorso di Codogno ma è stato rimandato a casa, non avendo ritenuto i medici di doverlo ricoverare. L’uomo non era stato in Cina e non si era ricordato di aver avuto contatti con persone provenienti dall’Asia. Le sue condizioni sono progressivamente peggiorate ed a quel punto è stato ricoverato in terapia intensiva nel nosocomio di Codogno. Sottoposto a tampone è risultato positivo. Cercando di ricostruire la causa del contagio ha ricordato un incontro con un amico, ai primi di febbraio: proprio da questa persona che era stata recentemente in Cina avrebbe contratto il 2019-nCov.
Il cosiddetto “paziente zero” sarebbe stato asintomatico, a parte una breve febbriciattola; sta bene ed è ricoverato al Sacco deve si trova anche la moglie del 38enne.
Ricoverato anche un compagno di sport
Ieri sera un’altra persona è stata portata in ambulanza all’ospedale di Codogno. Si tratta di un altro uomo che condivideva con l’impiegato attività sportive. Il 38enne svolge parecchia attività fisica, dedicandosi in particolare alle maratone
Quarantena domestica per i casi di possibile contagio
La Regione Lombardia e le strutture sanitarie lodigiane stanno collaborando di concerto con il Ministero della Salute e la Protezione Civile per individuare altre persone entrate in contatto con i sei positivi.
Si sta anche cercando di trovare una struttura idonea in Lombardia per l’eventuale quarantena di persone a rischio di avvenuto contagio. In attesa verrà attuata dove possibile la quarantena domestica.
Occorre – ha spiegato Giulio Gallera- disporre di una stanza ed un bagno personale per evitare il contagio di altri famigliari, di utilizzare mascherine e guanti e disinfettante.
Nel caso qualcuno temesse di essere stato contagiato «contatti subito il 112 e verrà inviata un’unità per l’effettuazione dei tamponi». Al momento sono operative quattro unità proprio attrezzate per questo “screening”.
Pronto soccorso di Codogno chiuso
Nel frattempo il Pronto soccorso di Codogno è stato chiuso e le attività chirurgiche sono state sospese.