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Coronavirus, Baldino: “4 nuovi casi in meno rispetto a ieri, ma presto per parlare di picco”

In tempo di Coronavirus anche le conferenze stampa diventano videoconferenze come quella organizzata questo pomeriggio dal direttore AUSL Luca Baldino per fare il punto della situazione Covid-19 a Piacenza.

In apertura il direttore generale fa una premessa sulla situazione a Castel San Giovanni. “Attualmente è totalmente dedicato al Coronavirus, stiamo valutando di spostare alcuni pazienti a Villanova, sono stati raddoppiati i letti di terapia intensiva. Da questa mattina il Pronto Soccorso di Castel San Giovanni è chiuso”.

“Piacenza sta sopportando la maggiore pressione in termini di ricoveri – evidenzia Baldino -, stiamo ricoverando molti casi di polmonite, e immaginiamo che andrà avanti ancora per qualche giorno, domani sera riusciremo ad attivare altri 10 posti di terapia intensiva, sostanzialmente il doppio della nostra dotazione standard, 33 posti letto.

Stiamo facendo una valutazione anche sul Pronto Soccorso di Fiorenzuola, decentrando le attività su Piacenza. In giornata abbiamo concordato con la Regione di collocare un certo numero di pazienti di Piacenza su altre aziende dell’Emilia Romagna. La situazione è ad alta complessità, i nostri operatori sottoposti a forti pressioni. Sono persone che però sono sul pezzo. L’Azienda si è attrezzata per reperire personale aggiuntivo con bandi; alcuni vengono anche volontariamente. Forte la tensione sulla rete 118. Obiettivo tenere le persone lontano dall’Ospedale se non necessario. Non farsi prendere dal panico, alcune misure sono nell’interesse dei cittadini. Chi rischia di morire sono le persone fragili, perciò la nostra attenzione si concentra li”. Al momento il dottor Baldino precisa che l’Ausl sta dando priorità ai tamponi sui casi sintomatici, circa 70 – 80 al giorno. 

Potrà reggere il sistema per come si sta sviluppando la situazione?

“Al momento non siamo in grado di poterlo dire se siamo vicini al picco. 4 nuovi casi in meno di ieri, ma presto per dire che siamo alla fine del tunnel, ma forse una lucina si vede”.

Stefano Nani, coordinatore 118 : “Il sistema territoriale ha subito un cambiamento quasi giornaliero, siamo passati da 75 pazienti gestiti al giorno, a 130. Il numero dei mezzi legati all’emergenza primaria ha raggiunto circa una dozzina. Abbiamo dovuto rafforzare tutta la parte sui trasporti da Ospedale a Ospedale. Raddoppiato la nostra capacità di trasporto, che girano ormai sulle 24 ore, non cambia tra giorno e notte. Attività in sinergia col Dipartimento di Sanità Pubblica per identificare i casi sospetti. Ci è cambiata un po’ la vita sia lavorativa che personale, in per noi è la prima volta che affrontiamo un caso del genere. Ringraziamo l’associazionismo, come Croce Rossa e ANPAS”. Garantisce comunque che il sistema di ambulanze continua, per dare maggiore garanzia alla popolazione.

Mauro Codeluppi, direttore Malattie infettive: “Ci sono una serie di raccomandazioni che vanno tutte nella stessa direzione, ridurre i contatti con le persone per ridurre a sua volta i contagi. Come infettivologi, prestiamo le nostre strutture del reparto, e scegliamo terapie per tempo. Questa epidemia è molto recente, sono maturate alcune proposte di cure antivirali. Stiamo cercando anche di acquisire un farmaco efficace ma non ancora registrato, il Rendesevir”. Il direttore delle Malattie Infetive ci tiene a precisare che le caratteristiche della polmonite “da Coronavirus”, è molto diversa dalla normale polmonite di stagione invernale, perciò avverte di non dare credito tout court ad alcune affermazioni. 

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