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Coronavirus: Foti e Murelli interrogano i ministri sulla gestione dell’emergenza nell’ospedale piacentino

I parlamentari piacentini Tommaso Foti (Fratelli d’Italia) ed Elena Murelli (Lega) hanno presentato una interrogazione a risposta in Commissione ai ministri della Salute e dell’Interno. I due, nel testo, chiedono conto di alcuni comportamenti che sarebbero avvenuti ieri mattina all’interno dell’ospedale di Piacenza e che, se verificati, porrebbero qualche interrogativo sull’organizzazione del nosocomio rispetto all’emergenza.

In particolare – secondo la ricostruzione dei due onorevoli – parrebbe che la anziana proveniente da Lodi (e risultata poi positiva) in un primo momento sia stata ricoverata al reparto di Medicina Interna dell’ospedale di Piacenza e solo una volta arrivato il risultato del test sia stata spostata nel reparto di Malattie Infettive. Se questa ipotesi fosse fondata Foti e Murelli chiedono ai ministri se il personale di Medicina Interna entrato in contatto con la anziana sia stato sottoposto a quarantena.

Anche in un secondo caso

Infine i due parlamentari sottolineano come entrambi, nonostante il ruolo e la carica che ricoprono, non siano mai stati invitati alle riunioni che si sono tenute in prefettura ieri e che abbiano dovuto apprendere le notizie dai giornali online.

Ecco il testo integrale dell’interrogazione

Premesso che: l’emergenza provocata dal cosiddetto corona virus richiede l’applicazione scrupolosa,  soprattutto nei presidi ospedalieri, di protocolli volti a scongiurare la sua possibile diffusione negli stessi;

risulta all’interrogante che il giorno 21 febbraio 2020, verso le ore 10, sia giunta al Pronto Soccorso dell’ospedale di Piacenza una persona anziana, proveniente da Codogno (Lodi), che presentava sintomi di grave polmonite virale, compatibili con il citato virus;

alla ore 17 del predetto giorno – quando già l’assessore alla sanità della Regione Lombardia aveva annunciato che nella provincia di Lodi, in particolare nel comune di Codogno, si sospettava la possibile diffusione del corona virus – la citata paziente veniva ricoverata al reparto di Medicina Interna dell’ospedale di Piacenza – struttura priva dei  presidi atti ad adeguatamente tutelare il personale medico e di assistenza, oltre che i ricoverati, dalla possibile contrazione del virus in questione – anziché nel reparto di Malattie Infettive. Solo successivamente, accertato che la paziente risultava positiva ai test del corona virus, la stessa veniva trasferita nel reparto di Malattie Infettive;

resta però da accertare e verificare se il personale di medicina interna e le persone eventualmente venute a contatto con la predetta paziente nella struttura ospedaliera di Piacenza debbano – o meno – essere sottoposte al periodo di quarantena;

risulta altresì essere stata ricoverata presso la medicina d’urgenza anziché al reparto di Malattie Infettive, sempre dell’ospedale di Piacenza, la manager di un’importante azienda con sede a Casalpusterlengo (Lodi), in seguito – fortunatamente – risultata negativa ai test volti ad accertare o meno la contrazione del virus;

se le questioni sopra rappresentate siano state affrontate nelle riunioni convocate dalla Prefettura di Piacenza – riunioni dalle quali sono stati sistematicamente esclusi i parlamentari del territorio piacentino, costretti ad apprendere delle decisioni assunte nelle stesse dai giornali on line -e in caso di risposta affermativa quali specifiche iniziative siano state assunte al riguardo;

nel caso in cui le questioni rappresentate risultino ignote, se e quali urgenti iniziative intendano suggerire e/o assumere i Ministri interrogati al fine di evitare il possibile ripetersi di fatti analoghi a quelli evidenziati,  e ciò a tutela – in primo luogo – della salute pubblica;

se sia a conoscenza dei Ministri interrogati  – e quale ne sia la valutazione – il fatto che dalle riunioni convocate presso la struttura ospedaliera di Piacenza per valutare come fronteggiate la situazione organizzativa della stessa, soprattutto in ragione della chiusura del vicino ospedale di Codogno, siano sistematicamente escluse le capo sala;

se quali specifiche azioni risultino assunte per adeguatamente informare – ma non solo – i medici di medicina generale – da sempre, in ogni emergenza, in prima linea – che allo stato risulterebbero privi di specifiche indicazioni sulle procedure e le azioni da intraprendere, oltre che dei dispositivi di primo intervento (DPI);

se risulti infine in essere – e sia stato condiviso con il Ministro della Salute – un protocollo della Regione Emilia-Romagna volto ad affrontare e gestire l’attuale situazione di crisi, atteso che l’affermazione resa alla conferenza Stato-Regioni dal Presidente Bonaccini secondo il quale la filiera della prevenzione «pare stia funzionando” risulta smentita dai fatti più sopra evocati.

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