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Cugini: “Confronto permanente e strutturato per un unico Gruppo consigliare di centrosinistra”

Le recenti elezioni politiche del 4 marzo hanno scosso le fondamenta della sinistra, già da tempo traballanti, non solo a livello nazionale, ma anche a livello locale. Si respira aria di ricostruzione, cosa ne risulterà è ovviamente presto per dirlo. Ieri si è svolta la direzione provinciale del PD piacentino, in cui è intervenuto con un discorso anche Stefano Cugini, consigliere comunale, che ha ammesso le colpe di un partito spesso troppo diviso.

“Mi rivolgo alla sinistra riformista in generale – ha rimarcato -, all’interno di un contesto politicamente drammatico per tutte le sinistre, l’affluenza alta toglie ai soliti analisti l’alibi del peso degli astenuti. Un plebiscito ci ha mandato all’opposizione (…) Io sto con chi dice che va rispettato il volere degli elettori, la cui sintonia con la linea dettata negli anni da almeno due classi dirigenti è finita”. 

“Non sono stati colti gli indizi, siamo stati sordi ai sussurri, abbiamo scrollato le spalle davanti alle urla. Ora che è arrivato lo schiaffone, è tardi e c’è a chi non resta che passare la mano. In politica non sempre chi rompe paga. Per una volta è cosa buona che i cocci restino in mano ad altri, chiamati a ricomporli. Si prenda atto del giudizio popolare sull’offerta degli ultimi anni, tra buone intuizioni, azioni concrete, risultati tangibili ma pure titubanze, marce indietro, rancori, ripicche, arroganze autoreferenziali. Adesso, per rispetto degli elettori, è questione di facce nuove, storie diverse e senza incrostazioni, ricambio generazionale autentico, ma soprattutto di cambio di metodo, perchè tutto fallisce se i sostituti portano gli stessi vizi dei sostituiti. 

Sull’altare del FARE, come PD, abbiamo immolato credibilità, coerenza e contatto autentico con la nostra base, finendo per uscire con le ossa rotte nell’ormai cristallizzata veste del gestore del potere fine a se stesso, più amico delle sfere e dei salotti che della massa del bisogno, della fragilità, dei diritti, delle varie dimensioni di precariato che, lasciata sola con problemi irrisolvibili individualmente, ci ha voltato le spalle per chi ha promesso a scatola chiusa ascolto e protezione (…) Servono PROPOSTE CONCRETE. Nei momenti dei tanti dubbi, serve lo scatto che spiazza, la dimostrazione plastica della disponibilità al sacrificio, all’uscita dagli schemi“. 

Infine la proposta per gli elettori. “A me piacerebbe che a Piacenza il mio Partito desse prova di buon senso e determinatezza, con una mano tesa, segno di forza, capacità di analisi critica e maturità. Si lanci un appello affinchè i rappresentanti delle aree riformiste, che fanno del vivere solidale e inclusivo la loro ragion d’essere, animino un confronto permanente e strutturato (…) a supporto di un unico gruppo consigliare di centrosinistra“. 

QuotidianoPiacenzaOnline

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