Se esistesse il titolo di Mr. Preferenze gli spetterebbe a pieno diritto. Si perché in questa tornata elettorale l’assessore uscente al welfare Stefano Cugini, 45 anni, è riuscito a rimpinguare il non ricchissimo bottino del PD con ben 417 voti. Primo fra i candidati consiglieri, seguito a ruota da Massimo Polledri della Lega Nord e da Lorenzo Colla della lista Piacenza Più.
Che Cugini fosse un uomo di peso, all’interno dello schieramento del centro-sinistra, già si sapeva tanto che si era parlato di lui come papabile candidato sindaco prima che dal cilindro uscisse il nome del professor Paolo Rizzi. Ma qualcuno, un po’ malignamente, pensava che le tante polemiche sul tema profughi e soprattutto la vicenda del Nido Farnesiana potessero danneggiarlo. Invece dalle urne è uscito decisamente vincitore.
Come c’è riuscito Cugini?
Io credo avendo fatto il mio lavoro negli ultimi tre anni. La grande soddisfazione è che questi voti, secondo me, sono veramente frutto di un mandato interpretato mettendoci la faccia, prendendo anche posizioni scomode in difesa dei miei concittadini. Questo alla fine ha pagato perché in campagna elettorale non è che abbia fatto qualcosa di diverso o di particolare per andare a prendere preferenze chissà dove.
La vicenda che ha contrassegnato gli ultimi giorni della Giunta Dosi, ossia quella del Nido Farnesiana, temeva la potesse danneggiare in questa corsa?
Dico la verità: quando è successo è stata talmente devastante, come situazione, che non ho pensato al tema elettorale. In quel momento ho scelto di dedicarmi al campo specifico abbandonando qualunque altro tipo di discorso. Non nego che il risultato finale, in termine di consenso, anche a fronte di quello che è successo negli ultimi quindici giorni, penso premi il fatto che ancora una volta ci ho messo la faccia, non mi sono sottratto alle responsabilità. Probabilmente i cittadini questa cosa la hanno apprezzata. L’hanno apprezzata negli ultimi tre anni e l’hanno apprezzata anche negli ultimi quindici giorni.
La strada per il ballottaggio ora è in salita con Rizzi che parte dietro alla Barbieri. Nel caso – dal vostro punto di vita malaugurato – che non riusciste a vincere, Cugini cosa tornerà a fare della sua vita?
Cugini si cercherà un lavoro perché per evitare qualsiasi contestazione – che poi c’è stata puntualmente – quando sono stato nominato assessore mi sono licenziato dalla cooperativa sociale presso cui lavoravo. Avrei potuto andare in aspettativa ma ho preferito dimettermi. Quindi Cugini eventualmente tornerà a cercare un lavoro come fanno decine di migliaia di cittadini italiani ed europei. Dopo di che, nel caso malaugurato appunto che non si riesca in questa emozionante rincorsa, farò una opposizione dura e costruttiva per i prossimi cinque anni. La politica è fatta di maggioranze ma anche di opposizione.
Ci sono 417 persone (e forse anche più visto il numero importante di schede nulle) che mi hanno scelto e che continuerò a rappresentare, a prescindere dal ruolo.
Ce la potete ancora fare?
Certo, assolutamente. Sono un ottimista per natura. Anzi ritengo che le vittorie che arrivano dopo una rincorsa diano ancora più soddisfazione di quando si parte favoriti.
Certo c’è da lavorare, c’è da crederci. Però io, da dentro, ho coscienza di tutto quello che abbiamo fatto, in particolare ho coscienza di quello che è stato fatto sul sociale, sul welfare. Non nego che sarei molto preoccupato dall’impostazione che sul sociale darebbe un governo della città di destra.
Perché qui si continua a parlare di centro destra ma nel caso di malaugurata sconfitta di Rizzi sarebbe la Lega a governare la città, insieme a Fratelli d’Italia, e quindi sarebbe un governo di destra, scelto ovviamente, democraticamente dai piacentini ma pur sempre con tutto il “portato” culturale che li contraddistingue.
Dove potete andare a pescare i voti visto che né da una parte né dall’altra sembrano probabili apparentamenti?
I voti si vanno a prendere parlando con la gente e rilanciando i messaggi che evidentemente sono stati colti poco. C’è un dato di astensionismo molto alto e quindi ci sono tutti i margini, all’interno di questo astensionismo, per andare a prendere i voti che ci servono per questo sorpasso. C’è un elettorato che ha votato a sinistra che mi auguro non voglia assolutamente prendere in considerazione che sia la destra a governare la città. Poi c’è un elettorato moderato che è quello di Massimo Trespidi che – in quota parte – è fatto anche di persone che preferiscono un governo di centro-sinistra a quello di destra.
C’è qualcosa che vi potete rimproverare come giunta uscente? Il risultato migliore della Barbieri è frutto anche di una amministrazione Dosi che non è piaciuta?
C’è sempre da rimproverarsi qualcosa. Credo che l’autocritica distingua le persone intelligenti. E’ innegabile che abbiamo lavorato in condizioni molto difficili sotto tutti i punti di vista, dovendo gestire emergenze che nessuno mai aveva gestito; mi viene in mente l’alluvione e poi l’arrivo massiccio di profughi. Tutti temi molto impattanti anche dal punto di vista mediatico e di percezione da parte delle persone. L’abbiamo fatto con il massimo impegno. E’ chiaro che lavorare continuamente in emergenza, con una scarsità di risorse importante, ti espone – in momenti di crisi – a critiche, alcune delle quali sono sacrosante e sulle quali bisogna ragionare. Altre le ho viste molto più strumentali o figlie di poca conoscenza … ma ci stanno. Questa è la democrazia. Io continuo a dire che il sistema elettorale locale è comunque il migliore in assoluto.
Alla fine quello che decideranno i piacentini andrà ovviamente rispettato. Io penso che i piacentini sapranno riconoscere in mezzo al contesto che stiamo vivendo quanto di buono è stato fatto e potrebbero premiarlo ancora con la loro scelta al ballottaggio.
Carlandrea Triscornia