Il 4 marzo si avvicina inesorabilmente, c’è chi ha già preso da tempo una decisione sul proprio voto, c’è chi è ancora indeciso. Uno dei temi della campagna elettorale è stata la sicurezza, assente secondo la destra. Ma davvero l’Italia sta diventando un paese da guerra civile?
Secondo una ricerca di Maurizio Barbagli e Alessandra Minello condotta per il Ministero dell’Interno viene messo in luce che in Italia dal 1991 al 2016 il tasso di omicidi è diminuito drasticamente: se nel 1991 ci sono stati 1916 omicidi (tasso di 3,4 su 100 mila abitanti), nel 2016 si parla di 397, con un tasso di 0,65 ogni 100 mila abitanti. Drastico calo nel rapporto tra il 2015 e il 2016, -15%. Una tendenza superiore a quella di Regno Unito e Francia, per anni considerati Paesi più sicuri. La diminuzione ha interessato tutte le regioni d’Italia, tuttavia alcune sono più virtuose di altre, come il Molise, dove il tasso rasenta lo zero, mentre in testa a questa classifica Campania, Sicilia e Calabria primeggiano.
Una diminuzione che ha toccato anche le grandi città (fonte Barbagli -Minello, archivio Ministero dell’Interno). Viene mostrato il tasso di omicidi ogni 100 mila abitanti.
Forte a Palermo, Genova, Milano, Torino e Firenze. Anche a Napoli c’è stato un calo fino al 2012, con una ripresa successiva.
Questi dati vengono confermati dal Viminale, che più recentemente nel consueto bilancio di fine anno 2017 ha mostrato che rispetto al 2016 gli omicidi sono passati a 343, un calo ulteriore dell’ 11% rispetto al dato precedente. 46 di questi attribuibili alla criminalità e 128 consumati in ambito familiare.
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