L’immaginario di Marcello Bellina (in arte Berlikete) è pieno zeppo di mostri, creature bizzarre, fantastiche, stralunate che vivono in mondi tutti loro. E Berlikete stesso è il babau, l’uomo nero, che popola le fantasie dei bambini fino a diventare quasi reale.
E cosa c’è di meglio di affrontare le proprie paure esorcizzandole, trasformandole in qualcosa di diverso, magari sempre strampalato ma non più terrorizzante?
I mostri che Berlikete disegna a china su carta sono buffi e strampalati, teneri, difficilmente spaventosi, nonostante le loro buone intenzioni.
La “foto di gruppo” dei freak è un concentrato di occhi spalancati davanti alla macchina da presa; c’è una sorta di Frankenstein nel suo cappottino di pezza che guarda stranito con una specie di lecca lecca in testa. Nemmeno il millepiedi riesce ad essere pauroso, nonostante ci provi, con quel grosso dente che spunta dalla bocca. Ma se ci si sofferma sui piedi si ha l’impressione di vedere una riunione di piccoli gnomi. E lo spaventoso mostro dalle fauci spalancate sul buio, con gli occhi vitrei e i tentacoli che escono dal ventre, recupera la sua “umanità” tenendo in mano una stella come fosse un palloncino appeso a un filo. Ma poi è giusto parlare di umanità? L’attitudine di questi mostri è comunque altra, lontana da quella che è l’esistenza umana, con tutte le sue implicazioni. Marcello Bellina disegna per i suoi mostri, con dovizia di particolari, un mondo tutto loro, il migliore dei mondi possibili.
Berlikete è il nome scelto da Marcello Bellina quando disegna e non suona il basso o la chitarra con MoRkObOt e Zolle.
I suoi lavori sono realizzati a china quasi sempre in bianco e nero. La libreria Bookbank ospiterà i suoi lavori dal 25 maggio al 7 giugno, la mostra è a cura di Elisa Bozzi.